Il tipo di assemblea che nessun sindacalista vorrebbe mai fare, quella nella quale devi rendere conto della decisione di un’impresa di chiudere. L’azienda è la ex Sel del Gruppo Stabila.
Dopo una trattativa dove si è tentato di tutto per convincere l’impresa a formulare un nuovo progetto industriale per questo stabilimento, dopo avere presidiato i cancelli, dopo aver chiesto sostegno e solidarietà, si deve prendere la decisione di come tutelare al meglio un gruppo di lavoratori che hanno bisogno di certezze e tutele, per superare una fase come l’attuale che vede il settore dei laterizi in una crisi profondissima, collegata all’altrettanto grave crisi del sistema delle costruzioni.
Il settore è uno di quelli per il quale, congiuntamente organizzazioni sindacali ed organizzazioni imprenditoriali, hanno chiesto la proclamazione, da parte del Governo, dello Stato di Crisi di Settore insieme al settore cemento.
Crisi di settore che prevede richieste a sostegno delle imprese e dell’occupazione, ma che per lo stabilimento di Modena, quando e se verrà accolta, vedrà questo sito già chiuso.
Per i lavoratori in forza si è convenuto di trasformare la Cigs per crisi, in Cigs per cessazione che, in una provincia come quella modenese, con gravissimi problemi occupazionali, potrà prevedere fino a 24 mesi di Cigs e l’attivazione per tutto il periodo della mobilità volontaria incentivata.
Gli impegni sottoscritti prevedono poi il ricorso a strumenti quali la formazione e la riqualificazione, proposte occupazionali per alcune figureprofessionali in stabilimenti del gruppo.
Una residua speranza è affidata alla dichiarata volontà del Gruppo Stabila di cercare acquirenti per lo stabilimento che fossero interessati ad impianti all’avanguardia e ad uno stabilimento recentemente ristrutturato, ma è per l’appunto una residua, e forse anche irrealistica, speranza.
(Sauro Serri, Alessandra Sacchi – Fillea CGIL Modena)