“Ancora una volta, la dignità degli italiani, e più segnatamente dei modenesi, è stata calpestata dall’ennesima graduatoria da cui emergono dati a prova di smentita sulle priorità della sinistra: qui, grazie a certe politiche irresponsabili, gli aiuti economici e sociali continuano ad andare a senso unico prima agli stranieri. Gli italiani, invece, finiscono fuori dalla porta. Sempre e comunque”. Lo afferma in una nota il Consigliere Regionale del PDL Enrico Aimi intervenuto per commentare “la graduatoria per l’assegnazione del contributo mensile per i bambini nati dal 16 novembre 2010 al 15 marzo 2011, sostegno che rientra nell’ambito dell’iniziativa “Genitori a Modena: un assegno per il primo anno di vita”, promossa dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Modena in collaborazione con il Comitato ARCI”.
“Così recita il comunicato diramato dalle strutture competenti cui ha fatto seguito la lista degli “eletti”, i soliti: il 55% degli assegni previsti – ha osservato il vicepresidente provinciale del PDL – è stato concesso a famiglie straniere, mentre solo il restante 45% e’ rimasto alle famiglie italiane. E’ evidente che un atteggiamento di questo tipo innesca inevitabilmente una guerra tra poveri. Gli italiani, infatti, con queste assegnazioni automatiche di punteggio, finiscono sempre per essere penalizzati. E’ un principio sia naturale che logico, quello di considerare considerare prima gli italiani in difficoltà. Ci domandiamo così quanti ne siano rimasti esclusi? In un momento di contrazione economica quale quello attuale, sarebbe doveroso riguardare i criteri di assegnazione privilegiando il requisito della cittadinanza italiana e, comunque, almeno quello della stabile residenza da almeno dieci anni ininterrottamente nel Comune di Modena. Peraltro analoghe prerogative – ma magari è solo una nostra distrazione – non sono previste per gli italiani in difficoltà residenti nei paesi di provenienza degli ospiti stranieri. Circostanza assai singolare questa, se sol si pensa che la reciprocità è l’unico principio chiaro che regola il diritto internazionale, privato e pubblico. Si continua poi a sostenere che gli italiani, le giovani coppie, non riescono nemmeno a sposarsi e ci ritroviamo così con un indice di denatalità che ci mette tra gli ultimi posti al mondo. Ora, a Modena, per superare il problema, le coppie “nostrane” devono entrare in concorrenza con etnie tra le più prolifiche al mondo, abituate a mettere al mondo un numero di figli da squadra di calcetto.
Cogliamo dunque l’occasione per ribadire quanto sia necessario cambiare l’approccio attuale nella distribuzione degli aiuti. Gli stranieri – almeno quelli regolari – rappresentano il 10%-12% della popolazione modenese? Ebbene – ha concluso AIMI – si contengano gli aiuti al massimo entro questa percentuale, non oltre, come ho sostenuto ripetutamente e oramai da qualche lustro, con plurime iniziative in regione in tema di alloggi pubblici e spese sociali varie. Altro che sbilanciare le graduatorie sugli ospiti stranieri ( molti dei quali destinati al rientro in patria ) con percentuali addirittura oltre il 50% delle disponibilità, perchè questo finisce inevitabilmente a detrimento delle tante famiglie italiane già in fortissima difficoltà economica”.