“Ennesima giravolta della sinistra modenese (anche) in tema di rifiuti: prima un secco no al porta a porta, poi un bel sì, ma circoscritto alle attività commerciali e ai soli locali del centro storico. Un vero e proprio caos verbale organizzato. Ma non è finita, a condire ancora l’ennesima piroetta politica dell’Amministrazione Comunale è arrivata anche l’affermazione apodottica dell’assessore competente che ha argomentato la scelta di non estendere il provvedimento ai residenti e alla città intera, come invece avviene nella città dei Pio, con queste testuali parole: “Modena non è Carpi”. Stop, argomento chiuso. Parole in libertà che denotano una navigazione a vista, incerta, su un tema così delicato”.
Queste le dichiarazioni del Consigliere Regionale del PDL Enrico Aimi, intervenuto in una nota per commentare le ultime novità presentate dall’Amministrazione sulla raccolta dei rifiuti all’ombra della Ghirlandina.
“Dinanzi a certe acute disamine – ha aggiunto il vicepresidente provinciale del PDL – ci risulta difficile non fare un ideale parallelismo con le palline che schizzano furiosamente da un angolo all’altro del flipper. Anche perché – ha poi osservato – subito dopo aver abbattuto la scure sull’esempio di Carpi, l’assessore ne ha tirato fuori dal cilindro un altro, quello di Parma – dove si fa la differenziata – ma solo per sostenere strumentalmente che lì ci sono stati (presunti) aumenti delle tariffe, dimenticandosi però del tema degli sconti sulle tariffe per le aziende e le attività commerciali. Insomma a Modena niente differenziata e tanta spesa per famiglie e chi lavora. Qui però abbiamo un bel record, quello dei super utili registrati da Hera grazie alle tasche dei modenesi da una parte, e l’eliminazione totale del tetto al trattamento dei rifiuti speciali per l’inceneritore di via Cavazza dall’altra. Insomma, l’unico porta a porta di cui può fregiarsi oggi la città – ha concluso Aimi con amara ironia – è quello dei tanti (troppi) personaggi che, dediti ai “mestieri girovaghi”, ti entrano in casa senza bussare, per la raccolta, questa si “indifferenziata”, delle poche cose preziose ancora rimaste, se non già portate al banco dei pegni per onorare i salassi delle esose bollette. Uno degli slogan che avevo lanciato in campagna elettorale è quantomai ancora attuale: Hera? Era meglio quando non c’era!”.
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La Tarsu prima e la TIA dopo sono in questi anni costantemente aumentate su tutto il territorio. Un salasso lento e continuo. Tutto a favore del potenziamento di un inceneritore, che ovviamente serve, ma che di tali dimensioni, pare servire più a far soldi che a smaltire i nostri rifiuti. E del porta a porta a porta neppure l’ombra. Adesso che finalmente qualcosa si affaccia timidamente alla finestra, scopriamo che “Modena non è Carpi”. Ebbene assessore, questo lo sapevamo. Però non mi è chiaro perche la TIA aumenta ogni anno, ma i soldi per una raccolta più “ecologica” non ci sono. Insomma, la sostenibilità ambientale è una priorità, per la sinistra, se si eccettuano tutte le altre. Va poi ricordato che HEra fa utili tutti gli anni, e che quindi gli azionisti di riferimento, che sono poi gli enti locali, dovrebbero avere voce in capitolo: perciò mi chiedo se una raccolta differenziata fatta un po’ meglio, non valga qualche dividendo in meno.
Così l’Avv. Luca Ghelfi, Consigliere provinciale – PDL.
Anche sulla voce costi superiori credo ci sia un esame più preciso da fare: ovvero vorremmo sapere se a fronte di mezzi e persone in più per fare bene una raccolta porta a porta, non ci sia poi un rifiuto più selezionato, e dei costi inferiori di smaltimento, oltre alla produzione di materiali che hanno ancora un mercato. Ebbene ci spieghi l’assessore come si compone il conto economico di tutti questi aspetti, che rende conveniente o sostenibile a Carpi il Porta a porta e antieconomico a Modena. Però lo vorremmo sapere dati alla mano, e nel medio periodo. Forse invece il rischio è che il termovalorizzatore divenga meno remunerativo, perché avrebbe meno rifiuto urbano da smaltire.
Un po’ di chiarezza sui conti credo sarebbe necessaria. Non bastano gli slogan.