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Gli altri punti del Consiglio comunale sassolese del 19 Aprile

All’inizio della seduta il presidente del consiglio comunale Francesco Rubino ha richiesto un minuto di silenzio per Vittorio Arrigoni, il volontario ucciso a Gaza.

Il primo punto all’ordine del giorno riguardava una interrogazione di Stefano Bargi della Lega Nord sull’emergenza profughi, alla quale è stata accorpata su proposta del presidente, un’altra interrogazione di Sandro Morini del Pd sullo stesso tema.

“Vogliamo fare chiarezza per la cittadinanza sulla situazione profughi, ha detto Bargi, che sappiamo essere un’emergenza anche se continuiamo a pensare che anche una sola persona imposta al Comune sia un oltraggio. Chiediamo il numero di profughi in arrivo previsti, quale sarà l’eventuale spesa per il Comune e quanto durerà la permanenza sul territorio sassolese.

Sandro Morini ha invece definito emergenza umanitaria, quella che stiamo vivendo. La risposta che vediamo però non è pronta. Parliamo di numeri limitati ma non siamo comunque capaci di gestirle né a livello nazionale né in Europa. Mi interessava quindi sapere almeno come intende il Comune accogliere queste persone.

Ha risposto a entrambi gli interroganti il vicesindaco Gian Francesco Menani.

I profughi sono nove e verranno sistemati in tre appartamenti, due in locazione e uno di proprietà del Comune di Sassuolo. Oltre ai 39 previsti in provincia c’è la possibilità di altri 19 arrivi e le eccedenze dovranno essere ricontrattate in successivi incontri. La spese sono coperte da fondi statali che vengono erogati dalla Regione in anticipo e a consuntivo e sono in deroga al patto di stabilità. Salvo decisioni personali dei profughi, che sono più o meno tutti di passaggio diretti da parenti che risiedono nel nord Europa, la permanenza massima è di 6 mesi rinnovabili per altri 6.

Noi ribadiamo che Sassuolo non vuole altri cittadini extracomunitari. Non è una questione razzista ma dipende dal fatto che la concentrazione sul nostro territorio è già più alta rispetto agli altri Comuni e quindi in sede di confronto pensavo che la divisione fra Comuni potesse tenerne conto. Invece nessuno si è fatto avanti per accoglierne di più. Siamo l’unico Comune che all’annuncio dell’arrivo era già pronto con gli appartamenti disponibili.

Stefano Bargi si è dichiarato soddisfatto per la risposta ma, ha aggiunto, nulla mi può far cambiare idea sul fatto che questo paese non può essere l’ancora di salvataggio per tutti i problemi del mondo. Dalle frontiere a questo punto non deve passare più nessuno.

Sandro Morini ha dichiarato che di fronte a un’emergenza umanitaria il paese si trova impreparato, nonostante si trattasse di un evento ampiamente annunciato. Non si può dire sempre no, o si gestisce la questione a monte, con la politica, o si gestisce l’emergenza. Quando si governa non si può fare anche opposizione.

Morini si è dichiarato non soddisfatto.

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Il punto successivo riguardava un’interrogazione di Sandro Morini del Pd sulla crisi Edilcuoghi.

E’ una situazione, ha detto Morini, unica fra quelle che ci si sono presentate in questi due anni di crisi, perché è davvero drammatica. L’azienda è sull’orlo del fallimento, i piani di risanamento sono stati finora rigettati dal tribunale. La situazione non viene gestita ed è molto pericolosa. Ci sono alcune proposte di acquisto di cui non conosciamo la reale concretezza.

Come Pd chiediamo due cose: un invito all’assessore regionale al prossimo consiglio per ragguagliarci sulla situazione, visto che il tavolo regionale è quello a cui si sta facendo riferimento; la possibilità di congelare le rette e tariffe per i servizi a domanda individuale per i lavoratori Edilcuoghi che sono soggetti a questa crisi.

Ha risposto l’assessore ai servizi sociali Giorgio Barbieri. La situazione, ha detto, è in continuo movimento e cambia di ora in ora. Venerdì scorso i lavoratori in assemblea hanno deciso otto ore di sciopero con presidio, a cui credo che tutti dovrebbero partecipare in segno di solidarietà, per convincere il liquidatore a pagare gli stipendi di marzo.

Il concordato è stato revocato dal tribunale ma non è stata decretata istanza di fallimento e questo dà un po’ di spazio per cercare acquirenti.

Al momento l’unica proposta concreta è quella del gruppo Abk, che è interessato all’affitto per trenta mesi del magazzino e dei servizi amministrativi e commerciali di Sassuolo e della produzione nello stabilimento di Borgo Val di Taro. Al momento il problema maggiore riguarda la produzione a Sassuolo, poco appetibile, che include 37 dipendenti.

C’è sul tavolo la richiesta di un incontro fra Regione e Abk. I lavoratori del gruppo sono 423, quelli sassolesi e fioranesi sono 165. L’amministrazione si dichiara disponibile a sostenere qualunque proposta concreta di salvataggio dell’azienda, anche con provvedimenti, concessioni, agevolazioni. Non riteniamo giusto al momento congelare rette e tariffe perché non siamo di fronte a disoccupati ma a persone che stanno usufruendo di una cassa integrazione prorogata fino al 25 aprile. La speranza di tornare a lavorare c’è ancora. Se queste persone perderanno il posto verranno assistite come accade per i disoccupati delle altre aziende entrate in crisi, con priorità a chi non ha altri redditi.

Morini si è dichiarato insoddisfatto della risposta. La situazione Edilcuoghi, ha detto, è diversa dalle altre. Ci sono già persone senza alcuna assistenza e ammortizzatore sociale e le altre usufruiscono di una cassa integrazione che l’azienda dovrebbe anticipare rispetto ai tempi dell’Inps, senza averne la possibilità. La situazione presente quindi continua ad essere drammatica secondo noi, anche se ci auguriamo una soluzione positiva. Ed è per questo che chiedevamo un gesto semplice e immediato, non l’annullamento ma il congelamento delle rette fino a soluzione.

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L’interrogazione successiva, ad opera di Giuseppe Megale del Pd, riguardava i criteri di assegnazione delle sedi alle associazioni di volontariato.

Vorrei risposta franca, ha detto, sul punto del regolamento che stabilisce che l’attività delle associazioni debba essere in coerenza con le esigenze formulate dalla giunta comunale. Significa che bisogna iscriversi al Pdl? O che non si può criticare il sindaco? Ci preoccupa questo tipo di criterio che troviamo assolutamente fuori le righe.

Ha risposto l’assessore all’associazionismo Luca Cuoghi: la frase non deve essere estrapolata dal suo contesto. Nel nuovo regolamento, si prevede che insieme alle associazioni vengano concordati gli obiettivi e in conseguenza di questi venga monitorata l’esistenza di sedi e la loro disponibilità per poi formularne l’elenco. E’ insieme alle associazioni, con un dialogo continuo, che vengono definite le esigenze poi formulate dalla giunta. Quindi si tratta di un dialogo continuo con il volontariato e con la città per decidere le cose insieme, non di una richiesta di approvazione da parte della giunta. Sono convinto che questa sia la miglior risposta alle reali esigenze di associazioni e cittadini.

Giuseppe Megale si è dichiarato insoddisfatto. Resto preoccupato, ha detto, perché vedo e leggo dichiarazioni di fonte comunale su chi può restare e lavorare in certe associazioni. Terremo monitorata la situazione per assicurarci che le cose si svolgano come ha detto l’assessore, senza criteri politici di parte. I segnali però non sono incoraggianti.

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Al punto successivo si è svolta un’interrogazione ad opera di Maria Savigni del Pd dedicata alle attività estive per le famiglie.

Il progetto Animaparco, ha detto, fino all’estate del 2009 è stato molto apprezzato e ha contribuito in modo sensibile alla coesione del tessuto sociale, facendo giocare insieme tanti bambini e riunendo intere famiglie nei parchi. Fino al 2009 c’era un consistente numero di incontri, tutti molto partecipati. Le associazioni venivano contattate dall’assessorato in primavera e così i comitati dei parchi. Dall’anno scorso invece il progetto è stato ridotto e le risorse sono state decurtate. A tutt’oggi per il 2011 non si sa ancora niente delle attività e i comitati dei parchi non sono stati interpellati. Esiste anche una raccolta di firme dei genitori che chiedono di ripristinare l’attività nella sua forma più ampia. Chiedo se c’è stata una risposta e se è previsto un incremento di risorse e attività.

Ha risposto l’assessore all’associazionismo Luca Cuoghi: Dall’anno scorso Animaparco rientra fra le attività del centro per le famiglie che le gestisce direttamente. Anche nel 2010 hanno partecipato alle attività estive 1300 persone, più 1100 alla festa finale al Parco Amico. Confermiamo la stessa impostazione: tre incontri settimanali in giugno e luglio, un pomeriggio di giochi, una serata di letture animate e una giornata di apertura del Centro per le famiglie. Durante le attività anche quest’anno verrà previsto uno spazio 0-3 anni. E’ confermata anche la festa finale.

Maria Savigni si è dichiarata insoddisfatta. E’ la riproposizione del programma ridotto dello scorso anno. Anche se l’amministrazione aveva riconosciuto la necessità di un incremento, ripropone invece gli stessi 25 incontri del 2010, mentre nel 2009 i pomeriggi nei parchi erano circa 40, tutti molto frequentati. Non risultano fra l’altro pagate le spese dell’anno scorso né avvertiti i comitati dei parchi, nonostante diversi disguidi l’anno scorso. Riteniamo che l’animazione estiva in questo particolare momento sia un autentico servizio sociale e perciò vi invitiamo a ripensare alla decisione.

(Resoconto a cura dell’Ufficio Stampa del Comune)

















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