Libera Modena e Libera Emilia Romagna esprimono la loro solidarietà al Sindaco di Bomporto Alberto Borghi per la vicenda che riguarda l’esponente del clan Bardellino. Coppola, uscito dal carcere di Piacenza dopo aver scontato una condanna a sette anni nel processo “Spartacus”, ha richiesto la residenza a Bomporto, dove attualmente si è trasferito presso parenti. Peraltro, nell’intervista rilasciata a un quotidiano locale, l’uomo non pare esprimere alcuna forma di ravvedimento per le azioni illegali commesse, né sembra intenzionato a collaborare con la giustizia.
Giustamente, il Sindaco sottolinea il rischio di destabilizzazione che questa presenza comporta sul territorio del Sorbara, nell’interesse pubblico di evitare che sia reso vano il lavoro fatto negli ultimi anni a livello di azioni antimafia, soprattutto grazie alle tante inchieste che hanno ricostruito la presenza a Sorbara di altri camorristi, che praticavano estorsioni nei cantieri edili modenesi.
Senz’altro, in questi ultimi anni, il livello di attenzione per prevenire la penetrazione mafiosa sta crescendo nella nostra provincia: basti pensare al successo dell’iniziativa organizzata dai Comuni per la Legalità per contrastare le infiltrazioni mafiose, in memoria di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica (SA) ucciso per le sue denunce contro la camorra. Il ciclo di incontri nasce dalle associazioni e dalla società civile che ne è parte attiva, sollecitando i comuni. Proprio a Bomporto, il 30 aprile, si terrà l’incontro degli Amministratori dei Comuni di Bastiglia, Bomporto, Castelfranco Emilia, Nonantola, Ravarino e San Cesario sul Panaro, con Avviso Pubblico, l’associazione di Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie.
La preoccupazione per il soggiorno dell’uomo trova riscontro anche nei dati dell’Osservatorio provinciale sugli appalti nel settore dell’edilizia, con riferimento a quelli privati: i rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata, di nuove forme di capolarato e di aumento del lavoro nero rendono il territorio modenese molto vulnerabile, e solo le attività antimafia delle forze dell’ordine e della magistratura, insieme alle iniziative della società responsabile atte a prevenire la diffusione dell’illegalità e a ribadire l’impegno civico dei cittadini e delle Amministrazioni locali in favore di una cultura dei diritti, possono favorire il respingimento delle penetrazioni della malavita organizzata.