Nei giorni scorsi con un comunicato stampa ho semplicemente reso noto ai cittadini, i consistenti contributi pubblici che ha ricevuto e tuttora riceve a piene mani l’Istituto Cervi di Gattatico. Per avere svolto questo mio dovere istituzionale di eletto in Regione e per avere chiesto lumi sull’utilità e l’opportunità di tanti contributi sono stato oggetto di accuse e di ingiurie di ogni tipo.
A Reggio certi temi non si possono nemmeno sfiorare, eppure siamo nel 2011!
Nel periodo 2000-2010, i contributi diretti erogati dalla Regione Emilia Romagna, dalla Provincia di Reggio Emilia, dal Comune di Reggio Emilia e dagli altri quarantaquattro Comuni, a favore dell’Istituto Cervi e all’omonimo Museo, ammontano a 1.698.958 Euro ai quali si devono sommare finanziamenti sotto altre forme.
A tali tributi locali vanno aggiunti poi quelli erogati dallo Stato Italiano e da tantissimi altri comuni della regione.
Una quantità enorme di denaro pubblico, quello erogato all’Istituto Cervi e all’omonimo Museo, per svolgere un’attività spesso di scarso rilievo culturale e sociale.
Un dispiego colossale di risorse pubbliche che bisogna giustificare, specie oggi che i Comuni, per fare quadrare i loro bilanci, aumentano le tariffe degli asili e delle case di riposo, cercando di addossare la colpa di tali aumenti ai “tagli” governativi.
La prima domanda che sorge spontanea è questa: come è possibile che l’Istituto Cervi e l’omonimo Museo ricevano tanti soldi pubblici se sono gestiti come fossero un soggetto privato o, addirittura, di partito? Ci si può guardare dentro? Oppure è vietato?
Non è la prima volta infatti che l’Istituto Cervi agisce come se fosse uno strumento di propaganda politica a favore dei partiti della sinistra ed in particolare del Pd.
Quando il sette gennaio di quest’anno, come invitato sono entrato al Museo Cervi, sono stato cacciato fuori come un impestato! O l’invito era di cortesia, o possono entrare solo quelli di sinistra?
Nelle prossime settimane, intendo presentare un’interrogazione al Presidente dell’Assemblea Legislativa Regionale per conoscere i bilanci dell’Istituto Cervi, ossia per sapere come vengono utilizzati i contributi pubblici ad esso erogati e con quali criteri esso viene gestito e da chi?
E’ dovere istituzionale di ogni eletto, dare risposte ai cittadini.
Non sono dunque ossessionato dalla ricerca di visibilità e non semino parole, ma chiedo risposte concrete su come vengono spesi i soldi pubblici di tutti i contribuenti, quelli di sinistra e quelli di destra, alcuni dei quali pur pagando non sono nemmeno degni di mettere piede dentro al Cervi.
Non attacco ciò che è sacro al nostro paese ed alla sua libertà (la famiglia e la tutela della vita), ma semmai un uso strumentale delle risorse pubbliche ad uso quasi partitico.
Non ho nessuna pretesa di riscrivere la storia, ma intendo dare risposte a coloro che mi hanno votato con migliaia di preferenze, si fidano di me e vogliono sapere come vengono spesi i loro soldi.
Il portavoce del Pd, afferma che le mie sono parole non avranno mai futuro: non si illuda troppo il Pd e i suoi sodali; anche il muro di Berlino, apparentemente inamovibile, è crollato, insieme all’arroganza di chi, dietro di esso, ha gestito spregiudicatamente il potere.
(Fabio Filippi, consigliere regionale PdL)