Siamo in campagna elettorale, e le affermazioni, anche dure, durante i comizi elettorali possono anche starci. Ma approfittare di un evento istituzionale, di un momento che dovrebbe essere di pacificazione nazionale, per fare campagna elettorale ancora una volta attaccando a livello personale l’avversario, questo è un comportamento scorretto.Il sindaco Romano Canovi è venuto meno al suo ruolo di guida della nostra comunità, tutta la comunità, usando l’occasione di un discorso istituzionale per parlare contro di me. Ha di nuovo scelto di trasformare una delle date fondanti della nostra Patria, in un’occasione di parte.
La mia famiglia ha una storia che parla da sola: mio padre è stato partigiano da subito, dalla data dell’8 settembre 1943, quando andò in montagna, con tanti altri giovani dei nostri paesi, fece parte di coloro che fondarono la Repubblica di Montefiorino, amico per decenni di Ermanno Gorrieri. Un partigiano “bianco”, come si ama definire oggi chi si è battuto da subito perché la nostra nazione diventasse una repubblica democratica e liberale.
Questa è la mia storia, e non accetto lezioni da chi mi attacca a livello personale. Le liste che hanno deciso di sostenermi hanno la loro autonomia, ma sanno che questi sono i miei valori, e la mia storia. Che è la storia fondante dell’Italia moderna. Non credo che il 25 aprile debba tornare ad essere un modo per dividere la nazione, invece di unirla: altrimenti dovremmo ricordare i tanti morti dopo il 25 aprile, uno su tutti Don Luigi Lenzini, qui a Pavullo, vittima dell’odio di quegli anni, che allignava anche nelle file di molti partigiani.
Non credo si debba dimenticare quello che fu, ma penso che la distanza dovrebbe aiutare il giudizio delle persone sagge. Il mio avversario, Romano Canovi, ha scelto da diverse settimane l’ attacco personale. La delegittimazione dell’avversario non ha nulla di democratico, al contrario era tipica degli stati a guida comunista, quando ancora esisteva la cortina di ferro. Ne risponderà agli elettori di Pavullo: come risponderà della responsabilità di aver trasformato in un comizio elettorale il 25 Aprile.
(Fiorella Bernardoni)