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Al museo della Terramara 17mila presenze ogni anno

Il Consiglio comunale ha dato il via libera all’unanimità al rinnovo della convenzione tra i Comuni di Modena e Castelnuovo Rangone per la gestione del Parco archeologico e museo all’aperto della Terramara di Montale nei prossimi tre anni.

Nella seduta di ieri, giovedì 28 aprile, l’assessore alla Cultura Roberto Alperoli ha presentato la delibera che definisce la convenzione e assegna la direzione scientifica del Parco al Museo civico archeologico di Modena. “Il museo all’aperto di Montale, uno dei pochi esistenti in Italia – ha spiegato l’assessore – è stato realizzato sul sito di un’antica terramara; gode di prestigio europeo e si è affermato a livello regionale e nazionale per la didattica. A Modena è il museo più visitato dopo la galleria Ferrari. In questi sette anni ha visto la presenza di circa 150 mila visitatori con oltre 17 mila presenze l’anno, limitate dal fatto che il parco è costantemente sede di attività e le visite sono guidate”.

Le spese di gestione sono per un terzo a carico del Comune di Castelnuovo e pesano per i restanti due terzi su quello di Modena. La maggiore novità introdotta dalla convenzione è che quest’anno la spesa a carico dell’Amministrazione castelnovese non dovrà superare i 37 mila 500 euro, 45 mila includendo anche le utenze. Di conseguenza, il Comune di Modena spenderà per il parco della Terramara al massimo 90 mila euro. “Ma ci sono contatti con diversi soggetti affinché il parco possa godere di sostegno economico da parte di privati e aziende”, ha concluso Alperoli.

Per Eugenia Rossi (Idv) “l’esperienza non va solo garantita ma implementata, perché questo è un museo vivo di cui abbiamo molto bisogno e la cifra di 90 mila euro è molto esigua. Musei del genere – ha continuato – sono diffusissimi nel nord Europa, soprattutto in Germania e in Scandinavia. Ben venga questa delibera, spero che l’assessore trovi il modo di implementarla”, ha concluso.

Per il Pdl, Michele Barcaiuolo, dopo aver ricordato “che l’alto numero di visitatori non deve essere il parametro per valutare il successo di un museo”, ha confermato l’appoggio al parco archeologico, “il cui modello potrebbe essere utilizzato anche per altre epoche storiche, al fine di far conoscere momenti importanti della storia locale”. Gian Carlo Pellacani ha sollecitato “l’assessore a prendere in mano la situazione della realtà museali modenesi ancora poco valorizzate, creando una cabina di regia” e ha citato musei di pertinenza dell’Università, “come i Musei delle Scienze naturali, di Anatomia e di Paleontologia che sarebbero di grande interesse se aperti al pubblico”.

“Perplessità nei confronti del museo a cielo aperto” sono invece state espresse da Sergio Celloni (Mpa), il quale ha ricordato i problemi economici che si trova ad affrontare la gestione di Villa Sorra nel territorio di Castelfranco, “anch’essa appartenente a un circuito importante di Comuni”, e ha anticipato l’astensione dal voto “perché siamo in un Paese dove c’è cultura ovunque”.

Ha, invece, annunciato il proprio voto favorevole, Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it, “perché crediamo che il parco di Montale sia un sito da valorizzare”, ha detto.

Per il Pd, Claudia Codeluppi, evidenziando l’appartenenza del Parco della Terramara al circuito europeo Archaeolive, lo ha definito “un importante sito per la didattica e un fiore all’occhiello del territorio”. Ha inoltre suggerito di inserire il Museo all’aperto di Montale all’interno di pacchetti turistici. Stefano Rimini ha sottolineato che “l’apprezzamento bipartisan del Consiglio testimonia la rilevanza e validità culturale del parco”, ma ha anche rimarcato che 90 mila euro l’anno “sono risorse importanti e opportune, difficili da aumentare in questo momento”. Ha infine auspicato “che venga potenziata la collaborazione con l’Università e inserito il parco in una rete museale con altre realtà del territorio”.

Per Cinzia Cornia “il parco archeologico è assolutamente innovativo rispetto al museo; è importante per l’attività archeologica che vi si svolge e per il ruolo che ha nello studio della storia di lungo periodo” contribuendo al formarsi del senso storico degli alunni. Enrico Artioli ha aggiunto: “A fronte dei tagli che mettono a rischio il patrimonio culturale nazionale, il coinvolgimento dei privati è un punto chiave”. E ha parlato di occasione imprenditoriale per i ricercatori e di opportunità di volontariato per gli anziani. Infine, il consigliere ha sottolineato la necessità di “coinvolgere direttamente anche la Provincia per ragionare in termini di area vasta”. William Garagnani ha spostato l’attenzione sul tipo di fruizione: “Il museo all’aperto di Montale – ha detto – ha notevole successo durante la settimana con le scolaresche e la domenica con le famiglie; credo che questo sia dovuto alla possibilità per i visitatori di capire quel che vedono. Forse, se anche i musei tradizionali e storici si ponessero nei confronti dell’utenza in questo modo creerebbero un legame con i visitatori” ha concluso.

















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