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Omicidio Cibele, le donne Pd: “Non è cronaca nera”

Le donne del Partito democratico di Modena prendono spunto dall’omicidio di Maria Cibele, la cinquantenne brasiliana uccisa dal suo compagno, per riproporre il tema della violenza sulle donne, in particolare quella compiuta da familiari econviventi. Di seguito il testo della loro lettera.

Gentile direttore

La morte di Maria Cibele, cinquantenne brasiliana uccisa con un colpo di pistola alla tempia dal suo compagno (ultima di una lunga serie di donne ammazzate nella nostra città e nel nostro paese) non è un fatto di cronaca nera. Rappresenta una vera e propria piaga sociale, un’emergenza civile da guardare e comprendere con onestà e da affrontare con ogni mezzo possibile a disposizione. L’onestà prima di tutto di chiamarla con il suo nome, se può servire a sollecitare una più consapevole riflessione. La violenza sulle donne è violenza maschile. Sono rari, a confronto, (anche se non mancano) i casi in cui sono le donne a violentare e a uccidere.

E’ una violenza perpetrata da uomini di ogni ceto sociale, ogni origine culturale, di ogni prossimità di relazione o parentela (i dati a tale proposito ci dicono che tra chi commette reato di violenza sulle donne i più numerosi sono i conviventi e i familiari, il che significa che proprio i più vicini possono trasformarsi in nemici.

In quel contesto affettivo e familiare in cui, più che in ogni altro luogo, si genera (o si spera che si generi) fiducia, apertura e affetto, ebbene è lì che si sviluppa la violenza peggiore. E’ urgente sapere, far sapere, e comprendere il perché di questa ondata crescente di aggressività omicida nei confronti di donne. Ed è urgente trovarne gli antidoti.

Non bastano le statistiche (abbiamo fatto e rifatto i conti – i numeri aumentano spaventosamente) forse non bastano nemmeno le leggi e le pene più severe. Bisogna mobilitare le coscienze, e soprattutto le coscienze maschili. Abbiamo passato anni a indagare e vivisezionare la cosiddetta questione femminile. E’ ora che si apra una grande questione maschile. Un coraggioso impegno per comprendere e rimuovere le nefaste tendenze all’umiliazione del corpo delle donne, all’abuso, all’aggressione, fino al femminicidio. E che si faccia al più presto.

L’ironia della sorte ha voluto per Cibele un nome di dea, venerata nell’antichità come la grande madre, figura sacra e oggetto di culto. Nella miseria del nostro presente, digitando Cibele un qualsiasi motore di ricerca ci mostra la sua fotografia e riporta la sua tragica fine, specificando. “Non si escludono motivi passionali né economici legati a un prestito non restituito”.

Per la nostra determinazione a fare del “femminicidio” una priorità politica partecipiamo al presidio di sabato 30 aprile voluto dalle associazioni della Casa delle donne in piazza Matteotti e porteremo negli organismi dirigenti del partito questa urgenza affinché le istituzioni locali incentivino tutte le possibili azioni (normative, culturali, educative) per contrastare questo dilagante fenomeno.

Conferenza delle donne del Pd

















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