L’Italia è ancora una Repubblica fondata sul lavoro. E’ bene ricordarlo anche questo primo maggio, a meno di 48 ore dalla diffusione dei dati Istat che dipingono uno scenario decisamente impressionante.
La disoccupazione a marzo è tornata a crescere, un giovane su tre è senza lavoro, un milione e mezzo di italiani vengono catalogati come “scoraggiati” poiché si sono arresi nella ricerca del lavoro. Questi, si uniscono ai 2,1 milioni di disoccupati “tradizionali”. Bankitalia, poi, rileva come continui a crescere il ricorso al precariato, a discapito del tempo indeterminato. Parlare, dunque, di lavoro oggi significa innanzitutto parlare della sua assenza per milioni di famiglie e del preoccupante peggioramento della sua qualità. La nostra solidarietà, in questo giorno di festa, a quanti sono rimasti schiacciati tra gli ingranaggi di una crisi economica sempre più spietata.
Anche a Reggio Emilia la sofferenza è alta ma qui il “lavoro” è ancora quello indicato nella nostra Costituzione, il lavoro che fonda una Repubblica. Reggio davanti alla crisi è rimasta comunità, è rimasta un noi. Le crisi aziendali “gestite” per il miglior successo possibile sono la regola, quelle che hanno portato a situazioni di tensione e a insostenibili danni occupazionali, invece, fortunatamente l’eccezione, su cui comunque non può mancare la nostra attenzione e solidarietà ai lavoratori coinvolti.
In questa positività “reggiana” si inserisce a pieno titolo anche la scelta di CGIL, CISL e UIL di celebrare insieme il primo maggio nella nostra città. Certo, il 6 maggio ci sarà uno sciopero generale indetto da un solo sindacato: pienamente legittimo, almeno quanto la decisione degli altri di non usare questo strumento. Eppure credo che davvero sui fondamentali, a Reggio, esista una comunione di intenti, ancorché una differenziazione sui metodi.
Compito del PD è lavorare per l’unità delle forze sindacali, impegnarsi con i propri amministratori sul territorio e battersi per le concrete proposte di modernizzazione del mercato del lavoro che ha avanzato. Impegnarsi per far pagare la crisi a chi l’ha causata e non a chi l’ha subita. E per approfondire questo tema nelle prossime settimane anche a Reggio si terrà un forum provinciale sui temi dell’economia e del lavoro, in cui faremo sentire anche le idee per il futuro della nostra provincia.
A fronte delle proposte dei democratici, il Governo – ebbro di problemi personali – non ha fatto registrare un minimo di politica di sviluppo economico, finendo per essere scaricato sia dai lavoratori che dagli industriali.
La politica fa la differenza: pensare al “noi” è molto diverso di pensare all’”io”.
La promessa che facciamo anche ai reggiani per questo primo maggio è questa: cercheremo di andare al Governo nel più breve tempo possibile. Per il bene dei lavoratori. Per l’unità sindacale. Perché finalmente questo Paese abbia un timoniere che lo porti fuori dalla tempesta.
(Roberto Ferrari, Segretario provinciale Partito Democratico)