“L’aumento delle tariffe ferroviarie regionali, senza investimenti preventivi, penalizza solo i più deboli’.
Così il segretario generale della Cisl dell’Emilia-Romagna Giorgio Graziani, ribadendo la contrarietà della Cisl Emilia Romagna alla decisione dell’Amministrazione regionale che, a partire da oggi, porterà un aumento delle tariffe ferroviarie tra il 10 e il 12%.
“Prima di qualsiasi aumento del biglietto ferroviario – sottolinea Giorgio Graziani- sarebbe necessario condividere progetti di investimento per migliorare le condizioni in cui versa il nostro trasporto ferroviario regionale. Infatti, sempre più spesso, i treni e le carrozze risultano insufficienti rispetto alla richiesta degli utenti, i frequenti ritardi, la sporcizia e i sistemi di aria condizionata non funzionante creano disagi e disservizi intollerabili per gli utenti, specie i più deboli”.
Aumenti che di fatto contraddicono le condivise politiche di sviluppo dell’utilizzo del mezzo pubblico, incentivando così il trasporto privato per quanti se lo possono permettere e aumentando le difficoltà per decine di migliaia di utenti giornalieri che non utilizzano l’abbonamento e che per condizioni economiche, per necessità personali o per scelta volontaria utilizzano il treno come mezzo di trasporto.
“Sommando a questo l’incremento dello scorso anno – conclude Graziani – le tariffe della nostra regione diventano le più alte fra le regioni del nord del Paese. Un dato intollerabile che penalizza disoccupati, anziani, donne e bambini, le fasce più deboli della popolazione, e che rischia di penalizzarle ancor più in futuro se le istituzioni non apriranno subito il capitolo degli investimenti”.