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Modena: Servizio Civile, posti in calo e criteri da rivedere

Sono 53 i volontari del Servizio civile nazionale attivi a Modena, contro i 73 dello scorso anno, mentre resta invariato invece il numero (otto) dei volontari stranieri del Servizio civile regionale.

Sedici ragazzi sono impegnati nei settori comunali Politiche giovanili e assistenza handicap, a fronte dei 38 dello scorso anno; 10 volontari sono all’Arci per attività di promozione culturale (erano 6 nel 2010) e 13 alla Caritas diocesana (erano 11 lo scorso anno). Sei giovani aiutano minori in difficoltà al Gavci, mentre altri ragazzi sono impegnati in diverse associazioni: Lega del Filo d’oro, Aism e Udicon. Rispetto al 2010 sono aumentati da sei a 10 i volontari che prestano servizio nei trasporti socio-sanitari della Misericordia, mentre da 12 si sono azzerati quelli che lo fanno per la Croce blu. Stesso destino è capitato all’Admo, che ha perso i due volontari che aveva.

“A fronte del trend positivo delle domande, costantemente in aumento dal 2004, l’offerta di posti per il Servizio civile continua a calare per la diminuzione dei finanziamenti. Lo stanziamento del Fondo per il 2011 è stato ridotto del 35% rispetto al 2010 e le risorse sono destinate a diminuire”, ha affermato l’assessore alle Politiche giovanili Fabio Poggi rispondendo all’interrogazione “Servizio civile volontario a Modena: come mai alcune associazioni o enti hanno dei volontari e altri no?”. L’istanza è stata illustrata da Elisa Sala del Pd nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 4 luglio. La consigliera, dopo aver sottolineato il valore del Servizio civile e il continuo calo delle risorse stanziate dal Governo negli ultimi cinque anni, ha chiesto all’Amministrazione “quanti siano i volontari attivi a Modena, in quali associazioni e quali i criteri utilizzati per l’assegnazione”.

“Stiamo cercando di favorire l’autonomia del Copresc (Coordinamento provinciale degli enti di servizio civile) a livello provinciale e regionale affinché ogni ente possa elaborare le proprie proposte consentendo ai giovani di accedere al servizio civile, che, oltre a essere una delle poche esperienze formative offerte dalla società, diventa per molti un orientamento professionale”, ha detto Poggi. L’assessore ha, infatti, spiegato che i posti sono conseguenti ai progetti presentati dagli enti accreditati, valutati dalla Regione secondo criteri nazionali. “A questa valutazione se ne combina un’altra secondo criteri regionali aggiuntivi. Per esempio, la Regione Emilia-Romagna ha inteso sostenere gli enti che progettano le proprie attività in maniera coordinata e congiunta e, al tempo stesso, favorire l’universalità del servizio civile nei termini di una maggiore diffusione geografica. “Molti enti hanno però rinunciato a presentare progetti, perché sarebbero stati costretti a farlo per un posto o due”, ha commentato Poggi. “La Regione ha recentemente accolto la sollecitazione del Copresc di Modena a creare un gruppo di lavoro per la semplificazione dei criteri regionali; non aumenteranno i posti, ma se permettessero a più enti di partecipare sarebbe già un grande vantaggio”.

Il capogruppo del Pd Paolo Trande ha chiesto la trasformazione dell’interrogazine in interpellanza affermando: “Da anni chiediamo un indicatore che non consideri solo i fattori economici, ma anche altri elementi. Se tenessimo conto dell’alto livello di volontariato diffuso, scopriremmo che Modena ha un Pil molto più alto di quello misurato. Sono innanzitutto la città e le associazioni a scontare lo svantaggio di avere 21 volontari in meno. Un’associazione fra tutte, la Croce blu, perde i 12 volontari che aveva, mentre la Misericordia li aumenta da sei a 10 ed è sicuramente casuale il fatto che il presidente della Misericordia sia fratello del ministro preposto”, conclude Trande.

Elisa Sala ringraziando l’assessore per la risposta ha aggiunto: “A soffrire del calo dei posti disponibili nel Servizio civile sono i giovani, ma anche le associazioni che investono molte ore di volontariato per elaborare e seguire i progetti e, infine, il servizio fornito dalle organizzazioni che devono tagliare trasporti per i malati e assistenza a chi ne ha bisogno”.

















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