Definire un programma specifico per ridurre la produzione dei rifiuti e aumentare l’obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata. Sono questi i contributi principali emersi dai lavori, conclusi mercoledì 13 luglio, della Conferenza di pianificazione del nuovo Piano provinciale per la gestione dei rifiuti. Alle quattro sedute della Conferenza hanno partecipato sindaci e rappresentanti di Regione Emilia Romagna, enti locali, enti parco, Arpa, Ausl, Università e, in qualità di invitati, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dei comitati dei cittadini.
«La Conferenza – sottolinea Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente – ha confermato nella sostanza le proposte del Piano, lanciando però la sfida, proposta da diversi Comuni e associazioni, di alzare l’obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata dal 2012 al 2019. Se a questo aggiungiamo un ulteriore sforzo, peraltro già previsto nelle nostre proposte, per ridurre la produzione dei rifiuti, possiamo affermare che dal lavoro della Conferenza, durato oltre due mesi, esce una proposta di Piano rafforzata nell’impostazione e ancora più ambiziosa che consentirà al territorio modenese di consolidare un sistema equilibrato e ambientalmente sostenibile di gestione e smaltimento dei rifiuti».
In base ai dati contenuti nel Piano, la produzione dei rifiuti solidi urbani nel modenese è arrivata nel 2010 a quota 467 mila tonnellate, mentre nel 2009 era arrivata a 453 mila, registrando per la prima volta, anche a causa della crisi, un calo rispetto agli anni precedenti, caratterizzati da un costante aumento. Ogni modenese, quindi, produce oltre 650 chili di rifiuti ogni anno, in pratica 1,7 chili al giorno. Le azioni di riduzione della produzione attive nel modenese (compostaggio, mercatini di scambio e aree di riuso, progetti di Coop estense e Nordiconad) hanno consentito nel 2009 una produzione “evitata” di quasi 17 mila tonnellate di rifiuti; ora la Provincia si impegna a adottare uno specifico programma di azioni contenente anche gli indicatori in grado di verificare l’efficacia degli interventi messi in campo in termini proprio di “produzione evitata”.
Vaccari sottolinea che su questo tema «occorre però il supporto di una adeguata legislazione nazionale ancora carente. La direttiva europea impone al nostro paese di avviare un Programma nazionale entro il 2013 che non è ancora nemmeno in fase di discussione ».
Tra gli altri contributi presentati entro il termine del 15 giugno alla Conferenza, figurano le proposte del Comitato Modena salute a ambiente, Legambiente, Wwf, di incentivare il sistema di raccolta porta a porta anche valutando i costi delle diverse raccolte. Su questo tema Vaccari sottolinea che «la Provincia è d’accordo sull’incremento del porta a porta, pur confermando la validità di un mix di sistemi di raccolta da adattare alle diverse realtà, che ha dato finora ottimi risultati».
Durante i lavori della Conferenza si è parlato anche dell’utilizzo del termovalorizzatore, della nuova terza linea e dello smaltimento dei rifiuti speciali. Su questi temi la Provincia ha rilevato che le autorizzazioni del termovalorizzatore sono già state approvate con una potenzialità complessiva di 240 mila tonnellate, mentre il quantitativo dei rifiuti speciali che possono esser “bruciati” non è oggetto del Piano ma delle autorizzazioni integrate ambientali dell’impianto.
DIFFERENZIATA, ALZARE QUOTA 65% OBIETTIVI E SISTEMI DIVERSIFICATI PER LA MONTAGNA
Sulla raccolta differenziata, nella Conferenza di pianificazione sul nuovo Piano per la gestione dei rifiuti, la Provincia ha valutato positivamente la volontà dei Comuni di Carpi, Soliera, Novi, Campogalliano e dell’Unione Terre di castelli, condivisa dalle associazioni ambientaliste, di proporre obiettivi più ambiziosi di raccolta differenziata rispetto a quelli fissati dalla legge e richiamati nel Piano (65 per cento nel 2012), in quanto soggetti che saranno direttamente coinvolti nel raggiungimento degli obiettivi con i gestori del servizio.
«Per noi – sottolinea Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente – il 65 per cento nel 2012 rappresenta un obiettivo minimo che potrà aumentare stabilendo traguardi diversificati per i vari territori. Per centrare questi risultati è fondamentale il coinvolgimento dei cittadini».
Per questa ragione la Conferenza ha valutato di prevedere un obiettivo percentuale di raccolta differenziata diverso per il territorio della montagna, che più di altri presenta caratteristiche geomorfologiche e culturali tali da rendere applicabili sistemi di raccolta diversi.
La Provincia, inoltre, su sollecitazione di Legambiente, si impegna a garantire, tramite Ato, un maggiore coordinamento sugli aspetti economici e tariffari per arrivare a una omogeneizzazione delle tariffe stesse.
LE PROPOSTE DEL PIANO PROVINCIALE NO A NUOVE DISCARICHE, TUTTI I DOCUMENTI ON LINE
Il nuovo Piano provinciale per la gestione dei rifiuti prevede la riduzione della produzione dei rifiuti urbani, l’aumento della quantità avviata al recupero grazie all’incremento della raccolta differenziata almeno al 65 per cento a partire dal 2012 e la riduzione progressiva del ricorso alle discariche che entro il 2019 riceveranno una quota residua pari all’1 per cento dei rifiuti urbani da smaltire (ora supera il 17 per cento) a seguito dell’entrata a pieno regime del termovalorizzatore di Modena.
I documenti sono disponibili nel sito della Provincia: www.provincia.modena.it nella sezione Ambiente poi cliccando su Pianificazione e gestione rifiuti.
Il percorso del nuovo Piano prevede da ora in poi, un iter analogo a quello previsto per la pianificazione territoriale e potrà concludersi entro il 2012.