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Reggio, pesca di frode sul Po, Gennari: “Noi sempre attenti”

“Il personale della Polizia provinciale, ben supportato dalle Guardie ecologiche e dalle Guardie ittiche, sorveglia il Po da terra e da acqua, 365 giorni l’anno”. Così Alfredo Gennari, assessore provinciale alla Pesca con delega anche alla Polizia provinciale, replica all’attacco di oggi di Legambiente. “Per quanto riguarda gli illeciti di pesca, che sono di competenza provinciale, non sono state accertate negli ultimi mesi brusche impennate dei fenomeni. La nostra imbarcazione, un piccolo motoscafo, è posizionata al porto di Boretto, sempre pronta per ogni intervento, e viene utilizzata costantemente dagli agenti per perlustrare le anche del Po”.

“Il fenomeno di pesca illecita è già accaduto negli scorsi anni e già in quell’occasione la sinergia tra istituzioni e volontariato ha consentito ad alleviare i problemi: purtroppo si tratta, spesso, anche di un problema legato al malcostume delle persone che quindi tende a ripresentarsi con il tempo”.

Gennari precisa che “oggi ci troviamo di nuovo di fronte a questa situazione, ma intendiamo andare avanti per far fronte a questi problemi perché tutti i cittadini, il territorio ed il fiume hanno il diritto di essere tutelati: vogliamo attivare le necessarie collaborazioni con gli enti competenti al controllo sul territorio ed anche con le altre Province ed i Comuni rivieraschi perché è un problema che investe un’area ampia”.

A tal proposito, l’assessore provinciale precisa che “già dalle settimane scorse siamo in contatto con la Provincia di Parma ed abbiamo in cantiere uno specifico incontro nei prossimi giorni: vogliamo mettere a frutto le esperienze di tutti per contrastare con forza questi fenomeni. Per queste situazioni penso che potranno essere coinvolte le forze di polizia e le autorità di pubblica sicurezza, per analizzarle in dettaglio ed individuare le strategie più efficaci di intervento”.

Gennari è chiaro: “Continueremo a fare la nostra parte e cercheremo di impedire con tutti i mezzi a nostra disposizione che qualcuno possa ostacolare la corretta e legittima fruizione da parte di tutti di un ambiente unico come quello del Grande fiume. Cercheremo anche di approfondire le cause e le origini del fenomeno in modo da attivare azioni che possano essere di crescita della cultura della legalità, del rispetto del patrimonio ambientale e del bene comune, mirando anche all’integrazione delle diverse culture”.

















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