L’ospitalità di Reggio per l’arte, la bellezza dei chiostri di San Pietro, la fotografia e Luigi Ghirri, la qualità delle opere di giovani artisti contemporanei esposte, nell’intervento di Sgarbi, che ha detto inoltre: “L’arte non è cosa nostra. Il Padiglione Italia della Biennale ha selezionato gli artisti in modo democratico, Reggio è città democratica a cui ben si addice questa mostra”.
E’ stata inaugurata ieri sera, ai chiostri di San Pietro di Reggio Emilia, con una rilevante partecipazione di pubblico, circa 800 persone, e alla presenza di Vittorio Sgarbi, la mostra di 49 artisti contemporanei del Padiglione Italia – Emilia Romagna nell’ambito della 54esima Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 2 ottobre, ingresso gratuito.
All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco di Reggio, Graziano Delrio e il coordinatore della sezione Emilia Romagna del Padiglione Italia, Claudio Langone, gli assessori ai Progetti speciali, Mimmo Spadoni e alla Cultura, Giovanni Catellani. Fra il pubblico anche Elena Manzoni, madre di Giuseppina Pasqualino di Marineo, nota con lo pseudonimo di Pippa Bacca, giovane artista milanese di arte performativa, nipote di Piero Manzoni, uccisa durante un viaggio di pace, arte e cultura in Turchia.
Sgarbi, che è curatore del Padiglione Italia, ha detto fra l’altro: “Reggio è città democratica e ben si addice a ospitare una sezione del Padiglione Italia, che quest’anno ha selezionato gli artisti in modo democratico. Non a caso il suo titolo è ‘l’arte non è cosa nostra’”.
“Le sezioni regionali del Padiglione Italia – ha proseguito il critico – sono sedi estensive dello steso Padiglione e della Biennale. Sono Biennale a tutti gli effetti, con la stessa dignità dell’Arsenale di Venezia, senza differenze, non sono una Biennale di serie B. Possiamo dire che a Reggio Emilia c’è un pezzo di Venezia. Nelle sezioni regionali espongono artisti scelti da intellettuali, uomini di cultura, con un percorso che quest’anno è fuori dagli schemi: non ci sono gruppi di assistiti con metodi ‘mafiosi’. Trovate artisti contemporanei interessanti, spesso non conosciuti semplicemente perché giovani, perché non hanno avuto il tempo di farsi conoscere, che hanno ora l’opportunità di essere scoperti e apprezzati: la Biennale non deve servire soltanto ai soliti noti. Trovate opere di artisti indicati da personalità come Ermanno Olmi, Bernardo Bertolucci, Giulio Girello… Meglio loro di qualche stilista di moda, non vi pare?”.
Sulla collocazione della mostra ai chiostri di San Pietro e sulla disponibilità di Reggio, parole di elogio dal curatore del Padiglione Italia: “Ci troviamo – ha detto Sgarbi – in un luogo straordinario dell’Italia monumentale, i chiostri benedettini di San Pietro, dove si riconosce la mano di Giulio Romano, la stessa mano che creò il palazzo Tè a Mantova, che a sua volta è sede di una mostra del Padiglione Italia. Non posso che apprezzare l’ospitalità di Reggio per l’arte e la disponibilità dell’Amministrazione comunale per questa iniziativa, che evidenzia quella Venezia che è a Reggio e innalza il livello di attrazione della città. Un impegno che non posso non ammirare”.
La fotografia è un altro legame evidenziato da Sgarbi tra Reggio Emilia, città di Fotografia Europea, e la Biennale 2011: “Reggio è la città della fotografia e dello straordinario Luigi Ghirri. La Biennale dà spazio quest’anno per la prima volta alla fotografia, per onorare quella che è l’arte più significativa degli ultimi 150 anni. Trovate produzioni fotografie anche ai chiostri di San Pietro. Non foto di Ghirri, perché: chi non conosce Ghirri? Ghirri non è una novità, appartiene alla storia, la storia più illustre dell’arte fotografica. La Biennale ha però il compito primario di far scoprire il nuovo e il non noto”.
“In considerazione degli spazi disponibili – ha aggiunto il critico – a Parma, nelle stanze di palazzo Pigorini, abbiamo esposta un’arte ‘da camera’ del Padiglione Italia – Emilia Romagna, soprattutto quadri; a Reggio abbiamo esposta un’arte ‘sinfonica’, in questi spazi così ampi e belli dei chiostri di San Pietro, con scultura, pittura, fotografia… ”. E sull’esistenza di un’arte regionale, il critico ha concluso scherzando: “Sia a Reggio, sia a Parma sono esposte due opere aventi per soggetto un maiale, non resta che fare l’elogio di questo animale mite e buono”.
Introducendo l’intervento di Sgarbi, il sindaco Delrio ha sottolineato fra l’altro che “la cultura è fattore di crescita, relazioni e felicità di una comunità, elementi che il Pil non misura, ma che non per questo sono meno importanti per la vita di ciascuno e della società nel suo insieme. La presenza delle opere del Padiglione Italia – Emilia Romagna a Reggio è un’opportunità importante di questa felicità, oltre ad essere motivo di soddisfazione per tutti noi e di richiamo per la nostra città”.
“Gli eventi culturali – ha aggiunto Delrio – sono anche opportunità di sviluppo economico per il territorio e la città che le propone, come a Reggio abbiamo possibilità di sperimentare. La mostra ci consente inoltre di mantenere aperti i chiostri di San Pietro fino all’autunno rinnovando, dopo Fotografia Europea, la possibilità di incontrarsi e visitare questi spazi bellissimi, che a loro volta creano altra bellezza”.
IL PADIGLIONE ITALIA IN EMILIA ROMAGNA – Il Padiglione Italia – Emilia Romagna è allestito a Reggio Emilia, a Parma, palazzo Pigorini e a Bologna, palazzo Fava, ed è parte del progetto collegato all’esposizione veneziana che si estende a tutte le Regioni e a tutti gli Istituti di Cultura italiani all’estero. Un progetto che si svolge in collaborazione con il ministero per i Beni e le Attività culturali attraverso la direzione generale per il Paesaggio, le Belle arti, l’Architettura e l’Arte contemporanea ed il Comune di Reggio Emilia, e che Vittorio Sgarbi, ha proposto per porre in evidenza gli artisti italiani contemporanei: “Il primo decennio di ogni secolo è un periodo particolarmente fecondo. Agli inizi del Trecento c’è Giotto a Padova, nel Quattrocento Brunelleschi, Ghiberti, Masaccio a Firenze e così via, fino alle avanguardie e al Futurismo nel Novecento. Nel primo decennio del 2000 va fatta una verifica capillare. Per questo abbiamo pensato questa esposizione in tutta l’Italia, come un’estensione del padiglione di Venezia”.
Un tributo all’arte italiana, nel 150° anniversario dell’Unità del Paese. Reggio Emilia, città del Tricolore in cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha aperto le Celebrazioni nazionali del 150° dell’Unità d’Italia, conferma il suo ruolo fra le città più importanti e rappresentative dell’Unità d’Italia.
COME È NATA LA MOSTRA – L’esposizione degli artisti italiani nel Padiglione Italia del 2011 è infatti una vasta ricognizione di pittori, scultori, fotografi, ceramisti e video artisti viventi e operanti negli ultimi dieci anni e consente di conoscere la produzione artistica contemporanea secondo un criterio appunto innovativo. Quest’anno in maniera particolare si tratta di un avvenimento senza precedenti, poiché nell’ambito delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia, l’esposizione coinvolge tutte le Regioni italiane, con l’istituzione dei vari padiglioni regionali – Camillo Langone è coordinatore del Padiglione Italia-Emilia Romagna – e tutti gli Istituti di Cultura Italiani all’estero.
Le opere sono esposte nelle città più importanti e prestigiose del nostro Paese, consentendo una visuale globale, che porta a indagare a fondo la creatività italiana nel territorio. Il progetto è finalizzato a tracciare una mappatura, mai realizzata prima, della storia dell’arte contemporanea in tutte le sue declinazioni. Un catalogo di 1.500 pagine raccoglie il lavoro di tutti questi artisti.
Una commissione di studio nazionale ha raccolto e valutato il lavoro di migliaia di artisti, al fine di individuare quelli più rappresentativi, oltre 1.000. Sono state considerate le indicazioni di intellettuali, che hanno indicato artisti a loro noti.
L’Amministrazione comunale di Reggio Emilia – servizi Progetti speciali e Cultura – ha accolto con grande interesse la proposta di Padiglione Italia – Emilia Romagna, garantendo la realizzazione e la promozione di una mostra di opere di grande levatura. L’allestimento è avvenuto con la collaborazione di Seconda Linea – Officine creative.
GLI ARTISTI CHE ESPONGONO AI CHIOSTRI – Gli artisti che espongono ai chiostri di San Pietro di Reggio Emilia sono 49 e tutti provenienti dalla regione Emilia Romagna:
Gabriele Amadori, Marco Arduini, Giorgio Balboni, Vincenzo Baldini, Cesare Baracca, Alfonso Borghi, Marina Burani, Maurizio Camerani, Daniela Carletti, Marcello Carrà, Daniele Cestari, Antonella Cimatti, Dallavalle & Guerrieri, Paolo Delle Monache, Giovanni Delvecchio, Maurizio Delvecchio, Mirco Denicolò, Paola De Pietri, Francesca Fabbri, Ilario Fioravanti, Franco Fontana, Ivo Gensini, Federico Guerri, Pietro Iori, Andrea Magnani, Cristiano Marchetti, Danilo Melandri, Sergio Monari, Francesco Nonino, Matteo Pagani, Gianni Pezzani, Luca Piovaccari, Leonardo Pivi, Maurizio Romani, Aldo Rontini, Andrea Salvatori, Andrea Samaritani, Massimo Sansavini, Maria Luisa Scaramelli, Graziella Schenetti, Antonio Sgroi, Cristiano Tassinari, Angelo Titonel, Sabrina Torelli, Alfonso e Nicola Vaccari, Daniele Vezzani, Giovanni Zaffagnini, Christian Zucconi.
La mostra è anche una straordinaria opportunità per visitare i chiostri di San Pietro, recente sede espositiva di Fotografia Europea, complesso parte di un antico monastero benedettino, costruiti nel Rinascimento – il chiostro grande con la probabile supervisione di Giulio Romano – e al centro di un importante restauro, purtroppo non ultimato causa i tagli governativi.
Giorni e orari di apertura della Mostra, che è a ingresso gratuito:
Dal 19 al 22 luglio, dalle ore 19 alle 23.
Sabato 23 e domenica 24 luglio, dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 23
Dal 25 luglio al 2 ottobre, il mercoledì e il venerdì dalle ore 19 alle 23.