La Regione Emilia-Romagna detiene partecipazioni azionarie in venticinque società: tra queste le più significative sono quelle relative agli aeroporti di Bologna, Forlì e Rimini, le terme di Castrocaro e Salsomaggiore, CUP 2000, la fiera di Bologna e quella di Rimini.
La Regione gestisce le nomine in 137 tra enti pubblici e a partecipazione pubblica; sono 280 le persone, fra consiglieri, amministrazione e revisore dei conti, designati dall’ente. Queste nomine sono state regolate, dal 1994 al 2004 dalla legge Mariucci, alla quale è subentrata la legge Vandelli che ha abrogato gli articoli 5,6 e 7 della precedente normativa.
“Le nomine – afferma il Consigliere regionale del Pdl Fabio Filippi – non rappresentano solo un problema di trasparenza, che il Pdl ha evidenziato in più occasioni, ma anche un problema di migliore selezione dei rappresentanti della Regione nei consigli di amministrazione delle partecipate; spesso in questo ambito, infatti, i principi del merito e della competenza sono stati del tutto trascurati.
Nonostante il Sottosegretario alla Presidenza della Regione, Alfredo Bertelli, asserisca il contrario, non mi sembra che l’attuale normativa sulle nomine sia conforme allo statuto regionale e nemmeno che i punti, relativi all’accumulo delle cariche, siano stati rispettati. La presenza pubblica in economia, in particolar modo nelle società partecipate ha fino ad ora prodotto, in misura prevalente, pesanti passivi e spreco di risorse pubbliche; ne deriva che l’unico modo per ovviare a questa situazione sia quello di favorire la privatizzazione delle partecipazioni pubbliche.”