“La prescrizione dei reati è, di fatto, una giustizia negata, dovuta all’inefficienza e quindi all’impossibilità di arrivare a una sentenza in tempi ragionevoli. La risposta da dare ai cittadini, però, sarebbe quella di sveltire i processi anziché abbreviare i tempi di prescrizione”. Lo ha affermato il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, rispondendo in Consiglio comunale all’interrogazione di Paolo Trande (Pd) sulle conseguenze della legge sulla prescrizione breve. Nel presentare l’istanza, il consigliere ha affermato: “Si tratta di una interrogazione presentata a fine marzo, nel momento in cui il tema si imponeva all’attualità politica. La cosiddetta legge sulla prescrizione breve – ha proseguito Trande – potrebbe accorciare i tempi di prescrizione per gli incensurati e aumentare il numero di casi di impunità per gli autori di gravi reati. Tra gli imputati che ne godranno ci sono stupratori, rapinatori e bancarottieri. Inoltre, la legge sul ‘processo breve’ porterebbe a una vera e propria depenalizzazione per truffe, reati ambientali, falso in bilancio, corruzione, omicidio colposo anche per reati legati a infortuni e morti sul lavoro”.
Nella risposta, Giorgio Pighi ha convenuto: “L’interrogazione è legata alla contingenza politica del momento in cui è stata presentata, ma pone anche dei quesiti generali: fino a che punto una giustizia che non ha tempi ragionevoli è realmente giustizia? Anziché abbreviare forzosamente i tempi di prescrizione dei reati – ha concluso il sindaco – la soluzione sarebbe investire in modo da poter rafforzare quelle strutture che danno sicurezza ai cittadini”.
Paolo Trande, nella replica, ha dichiarato: “Fortunatamente l’evoluzione della vicenda politica nazionale ha fatto sì che l’oggetto dell’interrogazione non sia più così attuale. Gli effetti anche sulla sicurezza locale avrebbero potuto essere molto negativi”.
