Da troppo tempo, anche a Modena, non ci sono proposte concrete ed efficaci per il problema delle case da offrire in affitto; al più ci troviamo di fronte a palliativi (quote di affitto temporaneo nell’edilizia PEEP), mentre la stella polare resta la PROPRIETA’, con buona pace di chi non può e non potrà mai permetterselo.
C’è però un piccolo problema: oltre 7.000 famiglie nella sola città di Modena, 12.000 nell’intera provincia, soffrono il cosiddetto “disagio abitativo”, cioè spendono oltre il 30% del loro reddito nell’affitto, a volte anche il 50%.
Anche una sola famiglia sarebbe una di troppo!
Purtroppo questo dato è destinato ad aumentare per la convergenza di tanti fattori: la crisi economica e lavorativa, che ha caratteristiche strutturali e non passeggere, il precariato dilagante, il costo del denaro in aumento. Infine, dal prossimo anno il sostegno alle famiglie del Fondo sociale per l’affitto è destinato a diminuire ulteriormente per il venir del tutto meno la già esigua risorsa assegnata dal Governo in Finanziaria.
Fra i progetti in via di definizione troviamo la Fondazione CRM, che ha avviato l’iter per un Fondo immobiliare; sulla base di quanto ci è dato conoscere sono presumibili due scenari: o gli affitti non saranno sociali, oppure gli investimenti vedranno un mix tra speculazione (centri commerciali?) e sociale. Su questa iniziativa che vede la Fondazione impegnata con 7 milioni di euro riteniamo si debba discutere in modo trasparente e pubblico.
Noi di Sinistra Ecologia Libertà riteniamo che non si possa più aspettare, né accettare una politica che continua a privilegiare chi è in grado di acquistare l’abitazione a discapito di chi non può.
A Modena, entro tre anni occorrono almeno 500 appartamenti da destinare ad affitto a tempo indeterminato o comunque lungo e, soprattutto con canoni sociali. Altri 500 ne occorrono per i successivi tre anni.
In provincia ne occorrono almeno 400 per lo stesso periodo.
Se fino ad ora si è fatto poco e si è aspettato ad affrontare una situazione da troppi anni abbandonata, ora potrebbe esserci la responsabilità di non aver fatto per tempo ciò che si doveva fare, non solo per il passato ma anche per il futuro: la tempesta finanziaria che colpirà l’Italia porterà il costo del denaro a livelli tali da impedire l’intervento sia privato che pubblico.
SEL propone una convergenza politica, economica e finanziaria su questo obiettivo: tutti devono portare il proprio contributo al soddisfacimento di questa domanda di case in affitto.
Le imprese dovranno lavorare per il contenimento massimo dei costi di costruzione, dandosi l’obiettivo di 1.000 €/mq.
Le banche dovranno partecipare finanziariamente assorbendo parte dei costi.
Le amministrazioni locali dovranno mettere a disposizione importanti aree edificabili a prezzo gratuito e garantire i canoni come già fanno con l’Agenzia per la casa.
Questo accordo deve vederne i Sindaci promotori, con fatti concreti ed immediati, dal momento che è nelle loro prerogative e possibilità.
(SEL – Coordinamento federale e Circolo Modena)