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Fondo innovazione: dal Consiglio provinciale modenese sì alla nuova convenzione

Un bando aperto tutto l’anno con possibilità di partecipazione continua per le imprese e l’offerta di servizi integrati a supporto dell’elaborazione dei progetti da presentare a finanziamento. Sono queste le maggiori novità presenti nello schema di convenzione quinquennale per il rinnovo del Fondo innovazione, approvato dal Consiglio provinciale con voto unanime, che segnano la trasformazione, a partire dal 2012, del fondo da semplice strumento finanziario a progetto di sostegno dell’innovazione nelle piccole e medie imprese.

Il Fondo per l’innovazione, attivo dal 2006, è un fondo rotativo che ammonta a quasi otto milioni di euro ai quali si aggiungono 800 mila euro destinati all’abbattimento dei tassi di interesse, con l’obiettivo di sostenere gli investimenti delle imprese in innovazione tecnologica, di prodotto, servizio e processo, in innovazione gestionale-organizzativa e in innovazione commerciale. Il Fondo, è promosso da Provincia, Comune di Modena, Camera di commercio, Unione Area Nord e da undici Comuni del territorio in collaborazione con gli istituti di credito e vi possono accedere le piccole e medie imprese (e loro consorzi) con non più di cento addetti, appartenenti ai settori del manifatturiero e dei servizi alla produzione con almeno una unità operativa nella provincia di Modena. Dal 2006 a oggi, con quattro bandi emessi, 269 imprese sono state ammesse a finanziamento con progetti di investimento complessivo per oltre 48 milioni di euro.

Dall’analisi dei risultati dei bandi emessi finora risulta che il Fondo è uno strumento richiesto soprattutto dalle piccole e piccolissime imprese, intercettando anche le esigenze di finanziamento di nuove attività, e che, soprattutto negli ultimi anni, raccoglie progetti con un livello di innovazione medio alto, vengono cioè richiesti finanziamenti per progetti di innovazione radicale relativi ad attività di ricerca e sviluppo e di progettazione e realizzazione di nuovi beni strumentali e servizi. «È basandoci su questi elementi, con l’obiettivo di rispondere sempre meglio alle esigenze di innovazione delle piccole imprese, l’asse portante della nostra economia – spiega Daniela Sirotti Mattioli, assessore provinciale alle Politiche per l’economia locale – che abbiamo studiato e proposto la trasformazione del fondo da strumento finanziario a programma che accompagna le imprese fin dal momento dell’elaborazione del progetto, mettendo in rete, a questo fine gli operatori locali per verificarne la fattibilità, le eventuali sinergie, le migliori modalità di realizzazione e presentarlo poi al finanziamento».

Il Fondo, nel quale risorse pubbliche e private concorrono a offrire mutui quadriennali del valore massimo di 200 mila euro e minimo di trentamila, con tasso di interesse a carico delle imprese pari all’1,25 per cento e rimborso trimestrale delle quote, funzionerà quest’anno ancora con le caratteristiche attuali con un bando previsto in autunno, mentre si trasformerà in Progetto innovazione a partire dal 2012.

IL DIBATTITO: “STRUMENTO UTILE PER CRESCERE”

Aprendo il dibattito Roberto Vaccari (Pd) ha sottolineato l’obiettivo del Fondo che «non è la semplice erogazione di finanziamenti ma portare a sussistenza il tessuto imprenditoriale del territorio creando un circolo virtuoso di crescita e occupazione». Sergio Pederzini (Idv) ha posto invece l’accento sul comportamento delle banche «che troppo spesso negano il credito a ottimi progetti solo perché proposti da aziende nuove», e affermato che servirebbero «finanziamenti a fondo perduto o davvero agevolati e con tempi di restituzione più dilatati», come ha ribadito anche Denis Zavtti (Lega nord). Anche per Dante Mazzi (Pdl) il fondo è uno strumento utile «soprattutto in un periodo di crisi come questo nel quale però le banche non hanno modificato il loro atteggiamento. Sarebbe però opportuno – ha aggiunto il consigliere – avere un rendiconto dettagliato dell’attività per capire quali sono stati i benefici reali sulle aziende». Dello stesso parere anche Fabio Vicenzi (Udc) che ha sottolineato come «occorra chi ha a cuore il destino delle nostre imprese e creda nella loro capacità imprenditoriale e di innovazione».

















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