Si svolge a partire da martedì 2 agosto la nuova conferenza dei servizi per emissioni in atmosfera e sul deposito di oli esausti dell’impianto di bitume di Savignano dopo che il Tar nei mesi scorsi ha rilevato la necessità di rivedere alcuni aspetti procedurali. Oltre alla Provincia di Modena, vi partecipano gli enti previsti dalla legge: i Comuni di Savignano e Bazzano, l’Arpa, l’Ausl e la ditta interessata. «Nessuna congiura del silenzio, quindi, ma l’applicazione puntuale delle norme» sottolinea l’assessore provinciale all’Ambiente Stefano Vaccari facendo riferimento a una nota polemica diffusa da Italia Nostra e Comitati e ricordando che «in questo caso la pubblica amministrazione deve ripartire con la procedura per il rilascio delle autorizzazioni a causa di vizi di forma, non di sostanza, rilevati dal Tar con una sentenza non è entrata nel merito delle questioni ambientali e ha confermato la corretta ubicazione dell’impianto sollevando unicamente un problema di procedura che ora verrà risolto».
E ribadendo l’intenzione di operare nella più assoluta trasparenza, l’assessore Vaccari ricorda che «di questo impianto è ormai pubblico ogni granellino di sabbia, tanto è vero che la documentazione è da tempo a disposizione del Comune di Savignano che per valutarla meglio, appunto, ha chiesto lo spostamento della data di inizio della conferenza dal 25 luglio al 2 agosto. E non c’è bisogno di essere troppo maliziosi per immaginare che il Comune la valutazione non l’ha fatta da solo».
La Provincia ha già sottoposto la struttura a tutte le verifiche di carattere ambientale, imponendo alla proprietà lo scorso anno una serie di prescrizioni aggiuntive rispetto a impianti simili presenti a Modena e Bologna, che le norme dell’Unione europea considerano a basso impatto. Per ridurre le emissioni in atmosfera e l’impatto sull’ambiente, per esempio, è stato imposto alla ditta l’innalzamento del camino, migliorando anche le prescrizioni già presenti in una precedente autorizzazione, oltre a introdurre nuovi obblighi anche di carattere gestionale e ulteriori controlli obbligatori nelle fasi di avvio. Nell’agosto dello scorso anno, inoltre, la Provincia ha concesso il via libera alle modifiche dell’autorizzazione sugli scarichi idrici (non interessata dalla sentenza del Tar) migliorando, anche in questo caso, attraverso una serie di prescrizioni, le prestazioni ambientali, soprattutto a tutela delle acque sotterranee.