L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia perde uno dei suoi più noti docenti del Dipartimento di Scienze della Terra. Nel pomeriggio di oggi è deceduto presso il Centro Oncologico Modenese, dove si trovava ricoverato da lunedì 1 agosto a seguito di una ricaduta per la terribile malattia che lo aveva colpito nell’inverno scorso, il professor Antonio Rossi, docente di Petrografia del Sedimentario alla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.
Sessantanove anni il professor Antonio Rossi era nato e si era laureato a Modena nel 1966 con il massimo dei voti, discutendo una tesi di petrografia di base. E presso l’Ateneo modenese-reggiano aveva svolto, escluse le parentesi di spedizioni che lo hanno spesso condotto fuori città dall’Antartide al Sudamerica, tutta la sua lunga carriera accademica. Soprattutto era unanimemente riconosciuto dai suoi colleghi come il maggiore esperto dell’Appennino Modenese. Tra l’altro era stato uno dei promotori della istituzione del Museo Naturalistico del Frignano “Ferruccio Minghelli” di Montecuccolo.
Rammarico per questa scomparsa è stato espresso dal Rettore Aldo Tomasi, che appresa la notizia ha inviato un messaggio di condoglianze alla moglie ed alle figlie, nel quale ha ricordato la sua “passione per gli studi naturalistici e la petrografia, una passione che ha saputo trasmettere nelle sue lezioni alle centinaia di studenti dei suoi corsi di laurea”.
La sua notorietà ed il suo prestigio avevano varcato i confini nazionali, tanto che per ben tre volte (1990/1991, 1999/2000 e 2004/2005) era stato chiamato a far parte delle Spedizioni Italiane in Antartide organizzate dal MIUR, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e dall’Ente Nazionale Energia e Ambiente (ENEA). Inoltre era stato responsabile di un progetto sempre del MIUR “Convenzione di collaborazione culturale e tecnico-scientifica tra l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e l’Universitade do Amazonas (Manaus, Brasil)” e responsabile italiano della “Convenzione per una collaborazione culturale e tecnico scientifica tra l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e l’Universidade Federal de Goiás (Goiânia, Brasil)”.
“I miei primi passi sul terreno come studente di Geologia dell’Università di Ferrara – ricorda il Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra prof. Maurizio Mazzucchelli – li ho mossi iniziando la tesi con un gruppo di ricerca di cui faceva parte un trio di modenesi: il compianto Giorgio Rivalenti (mio relatore), Giorgio Garuti e, non ultimo, Antonio Rossi. Di quel periodo mantengo tuttora un ricordo bellissimo, nonostante il lavoro fosse anche fisicamente duro per le asperità delle montagne oggetto di studio (nella zona della media Val Sesia in Piemonte) e il livello delle ricerche condotte fosse difficile da “digerire” sia pure per uno studente molto appassionato. Le difficoltà erano mitigate dal clima leggero e spesso scherzoso con il quale il trio affrontava qualsiasi difficoltà. In questo Antonio era maestro: riusciva sempre a sdrammatizzare in qualsiasi frangente e riusciva a rendermi più accessibile ogni passo, sia pure il più ostico, delle indagini geologiche che andavo a compiere. Sicuramente la trasmissione del sapere scientifico agli studenti era una delle sue doti migliori ed è per questo che sono certo che i suoi allievi lo ricorderanno sempre con affetto, nonostante quel suo aspetto a volte un po’ burbero, che non intaccava tuttavia l’obiettivo della sua missione di docente. “I ragazzi innanzitutto” era infatti una frase che soleva ripetere spesso”.
ANTONIO ROSSI. Borsista del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.) nell’anno 1967 e del Ministero della Pubblica Istruzione dal 1968 al 1971, nel 1972 è assistente incaricato di Petrografia Applicata, che continuerà ad insegnare fino al 1982 come assistente ordinario, aggiungendo l’insegnamento nel triennio 1975/1978 di professore incaricato interno di Petrografia del Sedimentario e di Giacimenti Minerari, quando diventa professore stabilizzato di Petrografia del Sedimentario fino al 1982. Da quella data diventa Professore Associato affidatario dal 1982 al 2002 del corso di Laboratorio di Petrografia. Autore o co-autore di oltre 140 pubblicazioni inerenti tematiche di Geologia, Petrografia e Mineralogia. La sua attività di ricercatore si è concentrata in particolare su: problemi del carsismo e inerenti la minerogenesi in ambiente ipogeo di aree della Grecia, dell’Italia, dell’Argentina, delle Filippine, del Brasile e del Messico. Rilevatore e studioso di rocce metamorfiche e magmatiche del distretto di Frederikshåb (Groenlandia); problemi petrografici della formazione basica di Ivrea Verbano (Italy) e di rocce rodingitiche della Grecia; sui caratteri petrografici e mineralogici di sequenze sedimentarie di natura clastica od evaporitica, soprattutto in Italia e nel Bacino del Rio dlle Amazzoni (Brasile); sui problemi petrografici e mineralogici di sequenze sedimentarie e vulcaniche affioranti nella Regione della Terra Vittoria (Mare di Ross, Antartide). Inoltre è stato incaricato della ricerca, raccolta e catalogazione di meteoriti individuate al Campo Remoto Estremo delle Frontier Mountains (Terra Vittoria, Antartide). Di recente si era dedicato a studi di Mineralogia, Petrografia e Geochimica di rocce sedimentarie di origine detritica ed evaporitica, di Mineralogia, Petrografia e Geochimica di rocce magmatiche e metamorfiche ed alla identificazione ed indagine mineralogico-petrografiche su speleotemi secondari presenti in ambienti carsici ipogei legati alla presenza di depositi organici interessati da fluidi profondi a bassa-media termalità, nonché alla Programmazione territoriale, urbanistica e fruizione dell’ambiente da parte dell’uomo ed al riesame delle caratteristiche mineralogico-petrografiche di geositi particolari dell´Appennino modenese e reggiano. L’apprezzamento di cui godeva lo aveva portato a stringere collaborazioni molto strette con alcune importanti istituzioni accademiche come il Dipartimento di Geologia e Scienze ambientali (Univ. Bologna), il Dipartimento di Geografia dell’Univ. Fed. de Goiania (Brasil), l’Istituto Nazionale di Pesquisas do Amazonas (INPA), Manaus – Amazonas (Brasil) ed il Dipartimento Geociencias, UFA, Manaus – Amazonas (Brasil).