Nella giornata di ieri, concludendo l’attività nell’odierna nottata, i Carabinieri del Comando Provinciale hanno proseguito l’impegno straordinario nei servizi tesi al controllo del territorio (ulteriori alle pattuglie ordinarie) impegnando un considerevole e massiccio numero di militari appartenenti alle proprie articolazioni (Reparto Operativo – Compagnie – Nuclei Operativi e Radiomobili –Stazioni).
Il dispositivo è stato finalizzato al contrasto dei reati predatori in genere, ai furti in abitazione ed esercizi commerciali, allo spaccio di stupefacenti nelle aree urbane più sensibili ed alla lotta contro lo sfruttamento della prostituzione, venendo diretto localmente dai Comandanti di Compagnia e superiormente armonizzato dal Comandante Provinciale -Col. Salvatore Iannizzotto- che interveniva personalmente nel territorio.
Opportune verifiche sono state svolte sulle più importanti rotabili della provincia, successivamente concentrando i controlli nelle aree più periferiche a rischio criminalità, nonché nei centri storici. L’ attività globale posta in essere ha permesso di controllare complessivamente 381 persone e 252 autovetture. Particolare attenzione è stata riservata alla zona “Tempio”, alla Stazione delle FF.SS. e a Piazza Garibaldi: a seguito del controllo dei frequentatori sono state sequestrate modiche quantità di cocaina, in particolare con la contestuale segnalazione alla Prefettura di 3 giovani (due extracomunitari ed un italiano ). Altri 2 sono stati segnalati alla magistratura per la violazione della legge sull’immigrazione.
Analoghi controlli sono stati effettuati in via Emilia Est , identificando 74 persone e 35 automezzi. A tre conducenti veniva ritirata la patente poiché trovati positivi all’esame dell’alcoltest. Inoltre è stata attentamente monitorata l’area industriale di Campogalliano, l’area montana pavullese e di Serramazzoni.
Venivano svolte inoltre particolari attività di polizia giudiziaria. I Carabinieri della Compagnia di Modena hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati dalla vittima emessa dal GIP del Tribunale a carico di B.W., 63enne modenese, divorziato, pensionato, responsabile di atti persecutori e minacce a mano armata in pregiudizio di una donna 57enne con cui aveva avuto una breve relazione.
Hanno arrestato un albanese e i due complici che si erano resi autori, il primo in qualità di mandante, gli altri due quali esecutori materiali, di rapina aggravata in danno di un 50enne residente a Ravarino. I tre avevano ordito un vero e proprio piano, ideato e promosso da S.G., 30enne pregiudicato albanese, finalizzato ad estorcere, attraverso la minaccia e l’uso della violenza, una dichiarazione scritta di rinuncia ad un immobile acquisito per causa di successione da parte di A.G., 50enne di Ravarino. L’albanese, allo scopo di conseguire il proprio proposito criminale, si avvaleva della fattiva collaborazione di S.G., 51enne originario della provincia di Palermo, pregiudicato per reati contro la persona ed addirittura cognato della parte offesa che, dietro promessa di lauta ricompensa in denaro (in parte già corrisposta a titolo di anticipo) ed agendo in concorso materiale con P.C., 55enne veneziano suo conoscente, perpetrava una cruenta rapina in abitazione ai danni di A.G.. Quest’ultimo infatti, nel mese di luglio 2009, mentre rincasava presso la propria abitazione di Ravarino, era stato pesantemente intimidito e costretto a firmare documenti di successione a lui sfavorevoli, nonché privato, dopo essere stato violentemente percosso, di denaro contante e dei propri telefoni cellulari. L’attività d’indagine svolta dai militari della Compagnia di Modena, attraverso capillari accertamenti ed analisi dei tabulati relativi alle utenze riconducibili agli autori del delitto, consentiva di raccogliere inconfutabili gravi indizi di reato a carico dei tre rei e di ricostruire con precisione spostamenti, ruoli e modalità di esecuzione del reato. Ulteriore riscontro alle investigazioni è stato fornito da alcune testimonianze di terze persone e dal decisivo riconoscimento degli esecutori materiali del delitto operato dalla parte offesa. Origine e causa dell’azione criminale sarebbero da identificarsi nell’interesse da parte di S.G., a rilevare un immobile ubicato in località San Dalmazio di Serramazzoni (MO), di proprietà dell’anziano padre della vittima del reato. S.G. è stato quindi ristretto presso il carcere Sant’Anna di Modena, mentre i suoi complici sono stati associati presso le case circondariali di Isili (NU) e Mestre (VE).