L’ostinazione della maggioranza di centrosinistra della Regione Emilia-Romagna sulla nuova autostrada Cispadana è intollerabile. E’ grave che un’istituzione non prenda atto della volontà dei cittadini, cioè di quanti hanno eletto i propri stessi rappresentanti in sede locale, rispetto a una modifica dell’attuale tracciato che dovrebbe essere realizzata. Ancora più insopportabile è che questa assurda assenza di flessibilità andrà a danneggiare il territorio sul quale l’infrastruttura impatterà in maniera negativa in termini di qualità ambientale e aumento del traffico.
La Pianura padana ha già notoriamente tassi di polveri sottili elevati, e la futura infrastruttura non farà che aumentarne le percentuali, con gli effetti che si possono immaginare sulla salute dei cittadini. Senza tenere conto del deturpamento paesaggistico-ambientale di un’autostrada che praticamente passerà sotto casa di molti abitanti dei paesi del territorio.La Destra della Bassa Modenese, con Francesco Malavasi, da tempo porta avanti una battaglia per denunciare l’irresponsabilità di tutti coloro che stanno dando seguito a un progetto degli anni 60, definito “naif” già anni addietro dalla stessa società Autobrennero, e che non tiene conto dei cambiamenti sul territorio avvenuti negli ultimi decenni.
Per questo motivo chiediamo alla maggioranza di centrosinistra in Regione di interrompere qualunque decisione in merito al tracciato dell’autostrada Cispadana, e di tenere conto del volere e della salute dei cittadini. Omettere questi principi di tutela della salute e dell’ambiente non solo ha rilevanza morale nei confronti degli abitanti dell’area interessata dai lavori, ma comporta l’assunzione di responsabilità rispetto all’osservanza dei criteri di legge vigenti. Lo stesso vale per quei sindaci della zona che non avessero adempiuto a richiedere studi alternativi di tracciato o valutazione dell’alternativa zero. Criteri che invece il Comitato nato per la tutela del territorio ha tenuto ben presenti, proponendo un tracciato diverso da quello in via di realizzazione, con basso impatto ambientale, ricadute positive sull’economia locale e per un uso razionale del territorio che ne agevoli lo sviluppo, salvaguardandone le specificità paesaggistiche e tutelando la
salute della cittadinanza.Siamo pronti ad avviare una raccolta firme che interrompa il processo di realizzazione e apra un tavolo sul nuovo tracciato, e annunciamo già da ora la formale richiesta di intervento al governo, presso i competenti ministeri per Trasporti e Ambiente.
Infine, produrremo un documento che, numeri alla mano, chiarisca in che modo questa infrastruttura impatterà sulla salute dei cittadini, visto che nessuno si sta prendendo la briga di spiegarlo, avviando al contempo una capillare campagna di informazione sul territorio.
(Francesco Storace)