«Non è il momento del pianto ma della responsabilità. L’obiettivo è salvare il Paese e ognuno deve fare la propria parte. Questo governo però non è stato in grado di mettere in campo una manovra efficace ed equa». Il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini commenta così il decreto varato dal Consiglio dei ministri che contiene i cosiddetti provvedimenti anticrisi.
«Ci metteremo subito al lavoro per capire quali saranno gli effetti concreti delle diverse misure – spiega Sabattini – ma la prima considerazione è che questa manovra si sovrappone a quella effettuata dai mercati che ci ha resi tutti più poveri. In queste settimane il governo si è mosso negando provvedimenti che poi ha realizzato. E questo la dice lunga sull’affidabilità del presidente del Consiglio e del ministro dell’Economia. Del resto, in questi anni hanno bruciato risorse senza mettere in campo nessun intervento serio per favorire lo sviluppo e ridurre il debito pubblico. E ora il conto lo pagano gli italiani».
Per il presidente della Provincia anche nella manovra di Ferragosto «non si capisce quali siano le iniziative per favorire lo sviluppo, mentre è chiaro che il prezzo più alto è a carico ancora una volta degli enti locali. Sarebbe stato meglio colpire alcuni ministeri. Non è certo il momento del pianto, ma non nascondiamoci la realtà: i tagli alle Regione, alle Province e ai Comuni significano tagli ai servizi per i cittadini e le famiglie. Parliamo del welfare, dei trasporti pubblici, già in grande sofferenza, ed è forte la preoccupazione per la sanità».
A proposito degli effetti dei provvedimenti su liberalizzazioni e privatizzazioni, Sabattini sottolinea che sarebbe stato auspicabile intervenire nei settori, come quello assicurativo, dove è possibile creare condizioni per una maggiore competizione sui mercati, mentre «bisogna evitare in questa fase di regalare aziende quotate e sane il cui valore reale è ben più alto di quello che riportano oggi i listini».
Per il presidente della Provincia, inoltre, la manovra dimostra anche che «le vestali del federalismo ideologico si devono ricredere: questo è il federalismo del più tasse per tutti, non è ciò che serve al Paese».