La Manovra finanziaria che dovrebbe togliere l’Italia dalle secche è ingiusta e inutile. La Casta di questo Governo ha toccato veramente il fondo se pensa di risollevare le sorti dell’economia italiana abolendo di fatto tre festività laiche che fanno parte della cultura, della storia e della nostra sempre più malata Repubblica democratica. Il Governo Pdl-Lega ha pensato bene di sacrificare il 25 aprile (Festa della Liberazione dal nazifascismo), il 1 maggio (Festa del Lavoro) ed il 2 giugno (Festa della Repubblica) sull’altare della logica del PIL. Il problema è che questa è la stessa logica malata che ci ha portato alla rovina. E ora dovremmo riproporla? Che credibilità può avere un Ministro che pensa di risollevare l’economia facendo lavorare anche in questi tre giorni i cittadini, spostando le festività alla domenica della settimana? Quest’anno il 25 aprile cadeva a Pasquetta (quindi già festivo) e il 1 maggio cadeva di domenica, eppure non pare che i risultati economici siano stati tanto brillanti. O no?
E i geni dell’economia che hanno suggerito di sacrificare tre ponti sull’altare della produttività e della crescita (due parole abusate e travisate) hanno pensato che, se da un lato ci sono 3 giorni in più di lavoro, dall’altro ci saranno milioni e milioni di vacanzieri in meno? Hanno pensato all’indotto del turismo dei tre ponti, che di solito spostano fra i dieci e i venti milioni di cittadini che danno fiato all’economia locale? E’ chiaro che il saldo complessivo per il Paese, per la nostra povera Italia, sarà negativo anche solo dal mero punto di vista economico, senza dimenticare il danno morale inflitto ai lavoratori.
Ma c’è qualcosa di ancora più subdolo in queste scelte.
Si tenta di cancellare il ricordo di chi lottò e sacrificò la propria vita, sotto ogni colore politico, contro la dittatura nazifascista; si tenta di dare un colpo di spugna alla dignità del lavoro e alle lotte per i diritti; si tenta di far sbiadire il ricordo della vittoria del Referendum popolare che fece diventare l’Italia una Repubblica. Questi tre pilastri dell’Italia di oggi, che tali devono rimanere anche nell’Italia di domani, verranno del tutto rimosse in poco tempo nella memoria collettiva.
Una operazione vergognosa sotto il profilo etico e culturale, oltre che fallimentare dal punto di vista economico.
Il Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna si unisce quindi all’appello lanciato per salvare le festività del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno con tutto il carico di storia e di cultura che portano con sé.
(Andrea Defranceschi – Giovanni Favia, Gruppo Assembleare Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna)