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Fanano: accordo Sindacati-Fondazione Istituto S.Giuseppe

È stato raggiunto a Fanano l’accordo tra i sindacati Cisl Funzione pubblica, Fp-Cgil e la Fondazione Istituto San Giuseppe per la gestione diretta della casa di riposo per anziani. Attualmente la struttura è quasi interamente gestita da una cooperativa che si è aggiudicata l’appalto; per effetto dell’accordo, dal prossimo gennaio i lavoratori saranno alle dipendenze della Fondazione, con maggiori garanzie e miglioramenti economici, compreso il salario di secondo livello. Ricordiamo che fino al marzo scorso l’Istituto San Giuseppe di Fanano era un ente pubblico; da aprile si è trasformato in una Fondazione nel cui consiglio di amministrazione siedono rappresentanti nominati dalla Chiesa e dal Comune di Fanano. Anche i dipendenti ex pubblici si sono resi disponibili a transitare alle dipendenze della Fondazione e avranno il medesimo contratto di inquadramento dei colleghi, mantenendo il trattamento economico e normativo di miglior favore. La normativa regionale prevede che entro il 2013 tutte le strutture per anziani debbano avere un unico gestore, sia esso il proprietario o un appaltatore. Grazie alla volontà della Fondazione, assistita dalla Confartigianato-Lapam, e all’attività contrattuale svolta da Cgil e Cisl Funzione pubblica, si è pervenuti a un accordo (approvato all’unanimità dai lavoratori) che, pur attento alla sostenibilità dei costi di gestione della struttura, va in controtendenza rispetto alla sempre maggiore presenza di appalti esterni nella pubblica amministrazione. «Si tratta di un segnale importante per l’occupazione in montagna: la Fondazione Istituto San Giuseppe è destinata a diventare il secondo maggior datore di lavoro con la sede a Fanano – dichiara Roberto Melotti, della Cisl Funzione pubblica – Ha prevalso nelle parti un grande senso di responsabilità; chi rappresenta la Fondazione ha compreso che la gestione in prima persona porta a una migliore qualità ed efficienza del servizio, mentre i lavoratori hanno condiviso il tema della sostenibilità del costo del lavoro e godranno della maggiore economicità della gestione ricevendo stipendi più dignitosi». «Se l’Istituto fosse rimasto pubblico, il risultato sarebbe ovviamente e significativamente migliore – aggiunge Claudio Pasquesi, della Fp-Cgil – In questo senso le organizzazioni sindacali e i lavoratori la battaglia per evitare la depubblicizzazione dell’ente l’hanno combattuta, anche se forse è mancata una chiara prospettiva che la politica avrebbe dovuto dare. La trattativa è stata lunga e complessa; da oggi si entra nella fase, altrettanto complessa, della gestione dell’accordo».

















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