I ticket aggiuntivi su tutte le prescrizioni specialistiche e farmaceutiche rappresentano una misura odiosa ma inevitabile a causa dei vincoli imposti dal governo. Bene ha fatto la Regione Emilia Romagna a modularne la riscossione in base al reddito: un’operazione che almeno pratica criteri di maggiore equità e progressività per i cittadini.
“Su questa impostazione la Cgil regionale – spiega il segretario generale della struttura Vincenzo Colla – ha condiviso insieme a Cisl e Uil un accordo con la Regione che prevede la definizione di fasce di reddito Irpef differenziate e, in prospettiva rapida, il passaggio allo strumento dell’Isee, considerato più equilibrato, pur nella consapevolezza che non si risolveranno tutti i problemi sollevati in questi giorni, dalla veridicità delle dichiarazioni dei redditi al trattamento fiscale delle coppie di fatto. Ma questo è solo un motivo in più per bollare ancora una volta le scelte del governo, che non fa nulla contro l’evasione fiscale né tantomeno mette mano a una moderna legislazione sui diritti e i doveri delle coppie di fatto.”
Naturalmente la rimodulazione deve avvenire nell’ambito della normativa nazionale sui ticket sanitari, che le Regioni non possono modificare, e deve passare al vaglio del Governo nell’incontro previsto per domani, martedì 30 agosto.
La Cgil Emilia Romagna conferma quindi l’accordo raggiunto con la Regione, mentre è già fortemente impegnata a dare il massimo supporto ai cittadini che dovranno autocertificare il proprio reddito familiare, mettendo a loro disposizione informazioni, sedi e servizi. Contemporaneamente la Cgil regionale chiede all’assessore regionale alle politiche per la salute Carlo Lusenti di convocare rapidamente – una volta ricevuti gli indispensabili chiarimenti del governo per avere le necessarie certezze operative – il tavolo di approfondimento sull’Isee, per mettere in campo uno strumento che dia risposte più eque ai cittadini, risolvendo in tempi brevi le diverse complessità operative.
“Il ticket sanitario è purtroppo molto simbolico della manovra che lo contiene – dichiara ancora Colla –, segnata dall’incapacità del governo di proporre una politica economica adeguata alle urgenze del paese ma anche più giusta rispetto alle dinamiche sociali. Ancora una volta pagano le fasce più deboli. E’ intollerabile. Per cambiare la manovra la Cgil ha proclamato lo sciopero generale del 6 settembre con manifestazioni in tutte le piazze dei capoluoghi.”