“Ho firmato per dovere civico, cioè è una cosa che sento, per dare stabilità e forza alla nostra democrazia”. Così l’ex premier Romano Prodi spiega ai cronisti a Bologna per quale motivo ha deciso di firmare oggi, all’Urp sotto le due Torri, a sostegno del referendum elettorale per l’abrogazione del ‘porcellum’ promosso da Arturo Parisi, che lo ha accompagnato questa mattina in piazza Maggiore. “Mi auguro – prosegue Prodi – che tanti firmino e che siano abbastanza da superare il quorum in modo che il referendum possa avvenire. Vedo che la gente – continua – si pone il problema di una legge elettorale iniqua che deve essere sostituita”.
Interpellato dai cronisti sulla titubanza espressa da alcuni esponenti del Pd rispetto all’iniziativa referendaria, Prodi risponde che “se i partiti riuscissero a fare una riforma elettorale loro immediatamente, io sarei l’uomo più felice del mondo. Non abbiamo mica sposato il referendum per disturbare la gente. Quindi se i partiti si mettono in gioco per una buona legge elettorale va ancora meglio”.
A chi gli domandava infine se si tratti di una sconfitta della politica, l’ex presidente della Commissione europea osserva che “le sconfitte della politica sono purtroppo tante ed è per questo che bisogna rianimare e riprendere il senso del futuro e – conclude Prodi – con un Parlamento così distaccato dalla gente questo obiettivo è impossibile”.