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Oggi l’Assessore Regionale in Commissione sui ticket. Pollastri: “Serve responsabilità ma il PD preferisce la propaganda”

Difende i provvedimenti del Governo contenuti nella nuova Finanziaria il Consigliere Regionale Andrea Pollastri (PdL) che critica la “grancassa mediatica” fatta dal PD in Regione contro le misure necessarie, vista la situazione della finanza pubblica, che avrebbero richiesto un atteggiamento responsabile invece della speculazione politica”.

L’azzurro è più volte intervenuto oggi presso al Commissione Politiche per la Salute dove l’Assessore Regionale Carlo Lusenti ha presentato la Delibera di Giunta con cui sono stati introdotti i ticket sanitari.

“Mi sembra fuori luogo – ha spiegato – che mentre il Paese affronta un difficile momento e tutti siano impegnati per dare stabilità ai conti dello Stato raggiungendo il pareggio di bilancio, la Regione, per ragioni esclusivamente ideologiche, cavalchi demagogicamente il malcontento per un provvedimento, quale quello che introduce i ticket, che avrà un impatto di pochi euro, per altro solo sui redditi più alti e la cui introduzione è unicamente una scelta della Regione”.

Pollastri ha insistito affinchè si persegua la strada dei tagli agli sprechi e la razionalizzazione della spesa sanitaria in continua crescita e trovare nuove risorse senza chiederle ai cittadini.

Il Consigliere, dopo essersi assicurato che non siano state impiegate risorse regionali per la campagna informativa che pubblicizza l’introduzione dei ticket, ha chiesto di avere chiarezza sull’entità dei minori trasferimenti dal Fondo Sanitario Nazionale, ma la cifra esatta è ancora oggetto di verifica.

Si è infine parlato dell’Intesa tra Regione, Sindacati e operatori ella Sanità che introduce un ticket a fasce di reddito piuttosto che uno standard di 10 euro per tutti per evitare una fuga dei pazienti verso le strutture privati i cui delle prestazioni costi potrebbero più bassi di quelle pubbliche. Secondo Pollastri si tratterebbe di un “esempio della visione statalista della Regione che contrasta con la logica del misto pubblico-privato che in Lombardia ha garantito qualità e bassi costi”, mentre secondo l’Assessore Regionale sarebbe una richiesta proveniente dalle stesse strutture private che hanno espresso al volontà di non voler far concorrenza sulla salute dei cittadini.

















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