“58%? In Emilia Romagna i dati sono ampiamente inferiori”. E’quanto ha dichiarato, dati alla mano, il segretario generale della Cisl Emilia Romagna, Giorgio Graziani, commentando le cifre sulle adesioni allo sciopero fornite dalla Cgil.
Infatti i dati pervenuti alla Cisl dai diversi territori della regione parlano di uno sciopero che esprime tutta la sua parzialità. “Pur in presenza di significative adesioni in alcune grandi imprese manifatturiere – ha dichiarato il leader della Cisl regionale -, la media delle adesioni anche nei comparti produttivi è ampiamente al di sotto dei dati dichiarati dalla Cgil”.
Ne sono una chiara testimonianza alcuni dati esemplari, come il 7% di adesione alla Ferrari, il 10% del Petrolchimico di Ravenna, il 30% dell’edilizia (media che si abbassa ulteriormente al 20% negli impianti fissi) e l’adesione bassissima del settore agricolo, con punte massime del 20% nel comparto avicolo.
Cifre a dir poco inequivocabili anche se si passa ai servizi. Infatti, l’80% degli sportelli bancari erano aperti e alle Poste ha aderito, in media, solo il 18,3% dei lavoratori. Stesso discorso nella cooperazione sociale, con dati che “ballano” tra il 10 e il 15%.
Medesima la tendenza espressa anche nel pubblico impiego, dove mediamente ha scioperato il 22% dei lavoratori, con le autonomie locali al 25%, la sanità al 18,5 e gli statali al 13 %.
“Dati – ha concluso Graziani – che parlano da soli”. “Difatti, nonostante le forti pressioni esercitate in tutti i territori, molti sono i lavoratori che non hanno scioperato, e tra questi non mancano neanche alcuni delegati della stessa Cgil”.