Cosa resta nelle località turistiche quando le vacanze finiscono? Che impatto hanno sull’ambiente naturale i trasporti, i villaggi o i ristoranti tipici che i vacanzieri affollano? Le aziende che operano nel settore trattano con equità i loro dipendenti, rispettando i loro diritti e remunerandoli in maniera equa?
Queste sono solo alcune delle domande che il turista responsabile dovrebbe porsi prima di prenotare le sue vacanze. Ad orientare le sue scelte da oggi anche in Italia ci sarà un nuovo strumento, il CSR Tourism (Corporale Social Responsibility in Tourism), un sistema di livello internazionale che certificherà gli operatori del turismo attenti, appunto, alla propria Responsabilità Sociale d’Impresa: un vero e proprio marchio di qualità che servirà a riconoscere i tour operator in grado di proporre vacanze che soddisfino criteri di sostenibilità ambientale ed equità sociale.
Tre gli attori coinvolti in questo accordo già adottato in Germania da decine di tour operator e diffuso ormai anche in Svizzera e Austria: oltre ad ICEA, Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, anche l’organizzazione non-profit tedesca per la certificazione TourCert e AITR, L’associazione Italiana di Turismo Responsabile. Durante il seminario “Il turismo responsabile si certifica”, in programma per venerdì 9 settembre dalle 9.30 al SANA presso lo stand ICEA (padiglione 31/C1, spazio Show-cooking), si illustreranno le ragioni e gli obiettivi dell’intesa, che è finalizzata alla diffusione in Italia del sistema di certificazione del turismo responsabile. Ad esporre i motivi dell’accordo i presidenti dei tre organismi: Gaetano Paparella (ICEA), Maurizio Davolio (AITR) e Angela Giraldo (TourCert) che presenterà nei dettagli il protocollo “CSR-Reporting in Tourism”. A seguire il Responsabile R&D di ICEA, Paolo Foglia, affronterà invece il tema della verifica della trasparenza e del profilo di responsabilità. A partire dalle ore 11.30 è poi prevista una tavola rotonda alla quale interverranno anche rappresentanti del CISET – Università di Venezia, della Trento School of Management, ISNART e ACU.
Già nel 1995, i partecipanti alla Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile definirono che “Lo sviluppo del turismo deve essere basato sul criterio della sostenibilità, ciò significa che deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali ospitanti”. L’ambiente infatti, inteso come insieme di fattori naturali e antropologici, può essere valorizzato o dissipato dalle attività turistiche, a seconda di come queste vi si inseriscono e di come vengono svolte; i tour operator potenzialmente possono contribuire allo sviluppo economico di determinate località ma, allo stesso tempo, possono essere causa di degrado ambientale o della perdita di identità locali.
“I tour operator che si doteranno di questa “etichetta” dimostreranno di aver preso in esame la propria attività e di aver rispettato criteri quantitativi e qualitativi a livello sia ambientale che sociale – spiega Paolo Foglia, Responsabile Ricerca e Sviluppo Icea – al viaggiatore verrà così garantito che le aziende certificate da ICEA in accordo a TourCert hanno un programma di miglioramento che verrà aggiornato annualmente: l’impegno è quello di perfezionare costantemente la propria performance in termini di Responsabilità Sociale d’Impresa. Esse renderanno noto un vero e proprio rapporto di sostenibilità, integrabile nelle loro relazioni d’affari e conforme agli standard di reporting dettati dalle linee guida “CSR-Reporting in Tourism”.