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Unione Terre di Castelli, il Presidente Lamandini: “Auguri a tutti di buon lavoro per l’inizio dell’anno scolastico”

“Vorrei fare gli auguri di buon lavoro a tutti i bambini, i ragazzi, gli insegnanti, il personale che a vario titolo lavora per la scuola per l’inizio dell’anno scolastico- dichiara Francesco Lamandini, Presidente dell’Unione Terre di Castelli-. La scuola era, è e deve essere la prima linea per la creazione del nostro futuro. Non possiamo pensare al futuro senza una scuola di qualità per tutti.

Mi sento però di dover continuare ad esprimere una forte preoccupazione per quello che sta succedendo, a causa della Riforma Gelmini e delle varie manovre finanziarie del Governo, nel mondo della scuola: taglio degli organici, tempo pieno non confermato, per il momento a Spilamberto e a Castelvetro, (che ci riporta indietro di decenni, cancellando una grande conquista del passato), tempo prolungato cancellato, classi più numerose che mettono sempre più in difficoltà gli insegnanti, liste di attesa nella scuola dell’infanzia. L’Unione quest’anno deve poi far fronte anche all’importante crescita del numero dei bambini con certificazioni sanitarie. Noi continuiamo a fare la nostra parte, non siamo convinti che il Ministero stia facendo la Sua”.

“Inoltre sull’Unione- prosegue Lamandini- quattro istituti su otto (Zocca, Guiglia, Savignano- Marano e Castelvetro) continueranno ad essere seguiti da Dirigenti Scolastici di altre scuole, anche molto impegnative come Vignola, Castelnuovo, Spilamberto e Castelfranco Emilia. Di conseguenza non abbiamo nessuna scuola statale nell’Unione con un Dirigente a tempo pieno. Questo, al di là delle indubbie qualità dei Dirigenti Scolastici, creerà sicuramente problemi e difficoltà”.

“Il Governo attraverso la Riforma Gelmini ed i provvedimenti delle varie manovre finanziarieconclude Lamandini- ha dimostrato di voler indebolire la scuola pubblica, non tenendo in conto che l’istruzione rappresenta il futuro dei nostri figli, rappresenta opportunità, lavoro, non solo per gli studenti, ma anche per gli insegnanti che o vengono privati del loro lavoro o devono lavorare in condizioni inaccettabili. Un paese che non investe sulla scuola è un paese senza prospettive. Rispetto a questo auspichiamo in un ripensamento del Ministero, che speriamo che capisca che andare avanti così non è proprio possibile per un Paese che è e si vuole considerare civile e aperto al futuro”.

















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