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Scuola. Pollastri alla Regione: “Ricorrere alla Corte Costituzionale è una scelta demagogica”

Come sempre avvio tra le polemiche all’anno scolastico tra le accuse di tagli da parte della Regione e la difesa del Ministero dell’Istruzione. “Quest’anno – spiega il Consigliere Regionale del PdL Andrea Pollastri – si è puntato in alto, direttamente alla Corte Costituzionale, a cui la Giunta Errani ha ricorso contro il provvedimento che accorpa gli Istituti Scolastici”.

All’art. 19 del D.L. n. 98, infatti, è previsto che vengano aggregate in Istituti Comprensivi le scuole di pianura con meno di 1000 studenti e quelle di montagna con meno di 500.

“Ci troviamo di fronte all’ennesima polemica pretestuosa – prosegue l’azzurro – poiché l’accorpamento interessa unicamente la struttura amministrativa delle scuole non la lor esistenza fisica: in poche parole si accorperanno delle Presidenze e delle Segreterie, ma verranno lasciate le scuole dove e come sono ora.

I un’ottica di sacrifici che tutto il Paese è chiamato a fare per raggiungere l’equilibrio di Bilancio va da sé che anche la scuola sia chiamata in prima persona a razionalizzare le spese e tagliare gli sprechi, procedendo ad uno snellimento delle strutture amministrative. Se i Comuni e le Province dovranno accorpare i servizi perchè non dovrebbero farlo gli Istituti scolastici?”

“La sinistra – conclude Pollastri – invece di polemizzare contro il Governo farebbe meglio a ricordare che fu Berlinguer a stabilire i livelli minimi di studenti per classe, bloccati tra le proteste poiché se fossero stati rispettati avrebbero comportato la chiusura di gran parte delle scuole di montagna. Il nostro Governo, malgrado la congiuntura imparagonabile rispetto a quella di tredici anni fa, ha dimostrato grande responsabilità ed ha mantenuto tutti i servizi in essere, garantendo a tutti la scuola, anche se, come tutti hanno compreso, una razionalizzazione è necessaria per provvedere a nuove assunzioni e liberare risorse per gli investimenti (mentre oggi al quasi totalità del bilancio del Ministero dell’Istruzione va per il pagamento degli stipendi)”.

















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