L’intervento del sindaco Virginio Merola, tenuto all’inizio della seduta odierna del Consiglio comunale, in merito alle ricadute della Manovra del Governo sul bilancio del Comune di Bologna.
“Care consigliere e cari consiglieri, la manovra si è attestata a 54 milioni di euro, 2/3 riguardano maggiori entrate e 1/3 riduzione di spese. Si tratta di una chiamata quasi obbligatoria a sacrifici, noi vogliamo fare la nostra parte, ma purtroppo si tratta di sacrifici, al momento con scarse contropartite per i problemi del Paese. Continuiamo a non vedere misure per la crescita, che contrasti il rischio della recessione, continuiamo a vedere una scarsa equità nell’insieme della Manovra.
Il sistema delle autonomie locali nel suo complesso, è unito nel chiedere modifiche a questa Manovra, sindaci, presidenti di Provincia e di Regione, al di là delle appartenenze politiche, ed è impegnato a chiedere un confronto vero sulle misure per la crescita. Il sistema delle autonomia locali, l’Anci, l’Upi la conferenza delle Regioni non sono un nuovo sindacato che si aggiunge con le sue rivendicazioni, ma come recita la Costituzione sono parte integrante della nostra Repubblica e come tali intendiamo avere un confronto leale, aperto, che ci metta nelle condizioni di contribuire alla rinascita del nostro Paese facendo la nostra parte in modo adeguato. Noi chiediamo questo confronto, continuiamo a chiederlo, perché pensiamo che sia importante soprattutto in questa crisi investire nelle nostre città, per favorire la ripresa e creare occasioni di lavoro e di occupazione.
Questa invece la situazione dopo l’ultima Manovra. Visto che viviamo in un eterno presente, e invece vorremmo cominciare a guardare al futuro, ricordo che la riduzione dei trasferimenti statali per quanto riguarda il Comune di Bologna è di 23,6 milioni di euro nel 2011, e 13,7 milioni nel 2012. A questi si aggiungono riduzione dei trasferimenti dalla Regione per 5 milioni di euro nel 2011, e ancora non quantificabili, ma sicuramente ci saranno, nel 2012 e altre riduzioni di entrata dovuti alla crisi economica per quanto riguarda i tributi propri del Comune.
Nel complesso il Comune di Bologna ha avuto nel 2011 minori entrate per circa 50 milioni di euro, si tratta di importi molto importanti, dato che la dimensione del nostro bilancio è di circa 500 milioni. Il Patto di stabilità obbliga il raggiungimento di saldi di bilancio positivi e crescenti nel tempo. Nel 2011 il saldo obiettivo è di 22,4 milioni di euro, nel 2012 potrebbe il saldo previsto potrebbe superare i 60 milioni a seguito del decreto di agosto. Si tratta tuttavia di avanzi attivi, soldi che abbiamo e non possiamo spendere. Occorre cambiare quindi il Patto di stabilità, che deve limitarsi a chiedere agli enti locali di garantire pareggi di bilancio e continuare a ridurre il debito, ma non può impedire l’utilizzo di risorse disponibili per offrire servizi, pagare i fornitori e le imprese, e fare investimenti. Nel complesso dunque tra il 2011 e il 2012, tra riduzione di trasferimenti e obblighi del Patto di stabilità, losforzo richiesto è di ridurre le speso o aumentare le entrate per 120 milioni di euro.
Ci sono nella Manovra punti da chiarire e sui quali chiediamo modifiche. I cosiddetti criteri di virtuosità. Solo i comuni virtuosi saranno esonerati dal raggiungimento di avanzi crescenti anche se a scapito degli altri comuni. I decreti di luglio e agosto hanno introdotto una decina di criteri di virtuosità, in base a questi decreti gli enti verranno divisi in quattro classi, solo quelli della prima classe non devono soddisfare i requisiti del Patto stabilità. Per superare questa selezione occorre tenere presente che i criteri indicati hanno poco a che fare con la virtuosità di un ente locale, intesa come capacità di un comune di ridurre il proprio debito, avere pareggi di bilancio e offrire servizi di qualità ai cittadini.
Ad esempio alcuni criteri non sono applicabili. In specifico quello che detta la prioritaria considerazione della convergenza tra spesa storica e costi e fabbisogno standard, per il semplice motivo che non sono ancora stati calcolati i fabbisogni standard, né si sa con certezza quando questosarà possibile. Altri criteri sono molto discutibili, non è chiaro come saranno concretamente calcolati, e rischiano di penalizzare di più gli enti che offrono più servizi.
Stiamo parlando del Comune di Bologna nel nostro caso. Ad esempio, il criterio dell’incidenza della spesa del personale sulla spesa corrente dell’ente in relazione al numero dei dipendenti in rapporto alla popolazione residente, alle funzioni svolte anche attraverso esternalizzazioni, nonché all’ampiezza del territorio. Questo criterio applicato così al Comune di Bologna, siamo orgogliosissimi di avere molti dipendenti che fanno servizi scolastici e servizi sociali, secondo questo criterio di virtuosità introdotto nel decreto improvvisamente siamo penalizzati. Si rischia di violare i principi dei livelli essenziali delle prestazioni, con il criterio che dice tasso di copertura dei costi del servizio a domanda individuale degli enti locali, tradotto, chi fa pagare di più è più virtuoso.
Pensiamo quindi che sia necessario insistere per cambiare i criteri di virtuosità, per premiare invece gli enti locali che riducono il debito non generano disavanzi, controllano la spesa, ma offrono anche servizi di qualità che rispondono ai bisogni di cittadini. Questi elementi di sana e buona condotta dei bilanci sono tenuti in considerazione dall’agenzia di rating Standard & Poor’s che sul recente giudizio sul Comune di Bologna ci ha attribuito un particolare merito di credito e ha espressamente giudicato virtuoso il Comune. Gli indicatori di questa agenzia sono più sensati a noi pare di quelli individuati dal Governo. Altri criteri di premialità introdotti rischiano di essere ben poca rispetto ai tagli e ai sacrifici imposti dal Patto di stabilità.
Per quanto riguarda il contrasto all’evasione erariale i Comuni possono beneficiare del 100% dei tributi riscossi a seguito di segnalazioni per evasione sui tributi erariali. Al di là dell’incertezza che sempre si ha nel prevedere somme di bilancio, come recupero di evasione, ma vedo che è diventato un elemento della legge statale, e questo è in qualche modo contribuisce alla scarsa credibilità della Manovra, voglio informarmi che su questo vi è una ampia collaborazione fra il Comune e l’Agenzia delle entrate, la nostra regione e il Comune di Bologna sono tra i primi in Italia per questa attività. La collaborazione sarà ancora più forte in futuro, grazie all’impegno degli uffici del Comune e delle agenzie. I tempi sono lunghi, non senso che il Comune segnala, l’agenzia effettua i riscontri, si avvia alla fase di accertamento e poi si passa alla riscossione. E non si possono certo immaginare incassi capaci di fronteggiare la situazione di pesanti tagli previsti dai decreti di luglio e agosto. Fino a ora gli incassi dell’agenzia per segnalazione del Comune sono stati circa 1,5 milioni di euro, per attività svolte a partire dalla fine del 2009, cifre che stiamo aspettando di incassare. È necessario una maggiore coerenza di indirizzo da parte del Governo, perché gli obiettivi che vengono dati all’Agenzia delle entrate per quanto riguarda i target di riscossione prevedano una certa priorità per le segnalazioni degli enti locali nell’organizzazione del lavoro.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei proventi derivanti da dismissione di partecipazione, noi siamo interessati da questa discussione, ma deve essere una discussione possibile. Le somme, infatti, possono essere utilizzate per investimenti, quelli derivati da privatizzazioni, e non concorrono a determinare vincoli di bilancio. Tuttavia occorre prima aver rispettato il Patto, e quindi ad esempio nel caso di Bologna occorre aver raggiunto i 60 milioni di avanzo, e più, prima di poter utilizzare i proventi delle partecipazioni a questo fine.
Quindi, credo che se la situazione è questa, e se purtroppo malgrado gli appelli del Presidente della Repubblica, leggo oggi sui giornali che il Governo respinge qualsiasi ipotesi di larghe intese a livello nazionale, mentre altre notizie su tutti i giornali dicono che la nostra credibilità internazionale è molto compromessa, in specifico per la situazione personale del Presidente del Consiglio, credo che non si possa attendere la prossima crisi finanziaria per rassegnarsi all’evidenza. Tuttavia quella che la situazione richiede a livello nazionale come Giunta chiediamo e comemaggioranza chiediamo qui a Bologna. Questo è il momento di convergere su qualche obiettivo e misura contro la crisi.
Sono convinto che il nostro compito è cercare di unire ciò che la crisi divide. Non alimentare lo scontro politico, non inseguire paure e rancori,non indicare un nemico, o un capro espiatorio, per cercare come parti politiche un momentaneo consenso. Per unire ciò che la crisi divide, ripeto, non serve un uomo solo al comando, né che ogni forza politica pensi di fare da sé, né calare dall’alto provvedimenti non partecipati, non discussi, e il più possibile condivisi. Credo che sia necessario che questo Consiglio condivida uno sforzo di aprirsi alla città per un nuovo patto per Bologna.
Uso una parola antica e chiedo una certa tempra, per un compromesso tra partiti e associazioni democratiche della nostra città allo scopo di rendere più politica la società civile che vuole intervenire da protagonista nella definizione del bene Comune, e su questo abbiamo buoni segnali nella nostra città, e allo scopo di rendere più civile la società politica. Nel senso di tornare a dare l’esempio e di fare uno sforzo per convergere verso il bene comune. Da questo mi permetto una sola sottolineatura polemica, come il decreto del Governo ha risolto la vicenda de referendum è molto grave. Non si può tradire con un decreto l’esito di un referendum che ha visto una così grande partecipazione popolare.
Penso che il nuovo patto per Bologna sia il Piano strategico. Dobbiamo intendere questo Piano strategico non come l’ennesima elaborazione di un piano, il Piano strategico sono azioni concrete per portare la nostra città fuori dalla crisi e indicarle un futuro. Quindi, il Piano strategico è il patto per Bologna, lasciamo alla tecnica la definizione di piano, i comitati scientifici, ma io credo che il Consiglio debba subito mettere a fuoco una propria proposta di come partecipa a questa discussione, e credo che debba contribuire a quel clima che ha abbozzato dalle associazioni economiche e sindacali nella nostra città. Quindi vi propongo oltre al confronto che la presidente del Consiglio e i presidenti dei gruppi consiliari hanno voluto fare per lunedì prossimo, una giornata dedicata in particolare al confronto e all’ascolto, un percorso che veda da una parte i comuni approntare i loro bilanci contestualmente a quello della regione e quello degli altri comuni, e nel confronto attivo con la città, e proporre un terreno di confronto fra maggioranza e opposizione di questo Consiglio sui temi critici.
La legge del Governo è stata approvata, per me è una legge dello Stato, e come o tale se non avremo ulteriori modifiche, sulle quali stiamo continuando a batterci, dovremmo trovare insieme di applicarla. Prima di tutto il Patto di stabilità. Capire come è possibile un allentamento del Patto di stabilità per gli enti locali perché possano contribuire alla ripresa economica. Il tema delle partecipate, sarebbe molto importante coinvolgere con le opposizioni sui criteri sui modi in cui verranno premiati i Comuni che affrontano le privatizzazioni. Il tema dei criteri di virtuosità, questa è una discussione da fare, il Governo ne ha stabiliti 10, bisogna entrare nel merito, e credo che Bologna non possa rassegnarsi a essere etichettata come quella che sperpera personale. Guardo Bernardini, credo che sia necessaria una distinzione tra parti del Paese, tra i servizi locali del Nord e le situazioni del Sud, in sostanza salvaguardare bene questo ragionamento sui criteri di virtuosità per quanto riguarda il Comune di Bologna.
L’accordo per le infrastrutture, abbiamo una disponibilità del ministro Matteoli per rivedere l’accordo sulle infrastrutture fatto con la Presidenza del Consiglio dei ministri, e anche su questo penso che si possa essere un ruolo molto utile di una minoranza in Consiglio comunale ché è maggioranza in Parlamento, per il bene di Bologna, come credo che sia importante il ruolo che le minoranze qui vorranno avere insieme a noi verso il Parlamento per quanto riguarda il tema della città metropolitana e la riforma dei quartieri.
So bene che siamo alternativi. La maggioranza e la Giunta che ne è espressione hanno un diverso pensiero su quello che possa essere il futuro del nostro Paese. Penso che non si tratti di voler fare confusione. La nostra maggioranza è solida. Può approvare provvedimenti. Credo che tutti gli elettori in buona fede si attendono uno sforzo comune. Certo se non sarà possibile faremo come maggioranza, ma avverto che non lo faremo da soli, lo faremo con le associazioni democratiche della nostra città, e mi attendo da questo Consiglio che pure o essendo con espressioni politiche diverse, esprime un grande rinnovamento nel suo personale politico tale che ha costruito una piccola base di stima reciproca che questo sforzo si faccia. Grazie”.