“Le Direttive non possono non tenere conto della congiuntura economica da anni sfavorevole all’agricoltura”, lo sostiene Andrea Pollastri (PdL) esprimendo solidarietà alla posizione critica espressa dal Presidente Regionale di Coldiretti Mauro Tonello sul nuovo regolamento dei nitrati approvato la scorsa settimana dall’Assemblea Legislativa.
“Anch’io in Aula, pur non essendo un tecnico, – spiega Pollastri – ho sostenuto molte osservazioni espresse da Coldiretti partendo, però, da una premessa politica confermata dai dati forniti dall’Associazione. Il Decreto 152 del 2006 “Norme in materia ambientale”, approvato dal Governo Berlusconi poco prima delle elezioni consegnassero il Paese a Prodi, introduceva una nuova filosofia, quella cioè che la difesa ambientale non deve essere né ideologica né fine a se stessa ma deve tener conto delle ricadute economiche che provoca.
È vero che l’atto approvato dall’Assemblea è un mero rinnovo del primo Regolamento quadriennale del 2007, ma se, come dicono i dati Coldiretti, da quanto fu approvato il primo han chiuso 2,5 allevamenti al giorno e ve ne sarebbero a rischio altri 10mila, sarebbe stato meglio che la nostra Regione si fosse presa una pausa di riflessione e, sulla base di quanto deciso dalla Conferenza Stato-Regioni a maggio, avesse piuttosto rivisto i vincoli allentandone la portata, anche a fronte della crisi globale che colpisce i consumi, anche di generi alimentari, e la sempre più spietata concorrenza estera.”
“Il provvedimento – rincara l’azzurro – stravolge la logica normale che prevede che si debbano preferire le deiezioni animali, più naturali, ai concimi chimici e punisce, invece, gli allevamenti, costretti ad enormi spese per adeguare stalle e depositi, e chi utilizza come fertilizzanti letame e liquami, i quali non saranno più spandibili in montagna e nei mesi autunnali. Esattamente il contrario di quanto si faceva un tempo quando invece il concime veniva messo dopo l’aratura invernale affinchè le piogge e la neve consentissero un adeguato nutrimento del terreno.”
“Un’ulteriore riflessione – prosegue il Consigliere – si sarebbe resa necessaria sulla localizzazione delle aree in cui è possibile spandere concimi: le distanze previste dai corsi d’acqua, l’obbligo di piantare filari, come previsto dal precedente Programma, hanno limitato il terreno coltivabile, si sarebbe dovuto vedere, a quattro anni di distanza, gli effetti prodotti da questi obblighi e verificare, in generale, l’opportunità di tutte le aree sottoposte a vincolo.”
“Questo provvedimento – chiosa Pollastri – non colpisce le vere cause dell’aumento dei nitrati, ma colpisce l’allevamento, soprattutto quello di montagna, e l’agricoltura in nome di un modo ideologico di vedere l’ambiente. L’agricoltura nella nostra Regione necessiterebbe aiuti non nuovi vincoli, il Programma era l’occasione per cambiare marcia, se ci si fosse confrontati in modo franco con le Associazioni, non aspettando che fossero loro a venire a sapere le cose a giochi fatti ma condividendo un percorso”.