L’onorevole Garagnani, del PDL bolognese, ha presentato un ordine del giorno, accolto dal Governo “come raccomandazione”, che propone di sostituire il 25 aprile con il 18 aprile 1948, giorno delle elezioni politiche vinte dalla Democrazia Cristiana. Il centrodestra sembra dunque non volersi rassegnare. Dopo aver tentato di cancellare con la manovra finanziaria della scorsa estate le Feste civili ovvero il 25 aprile, il 1 maggio e il 2 giugno, ora coloro che hanno ormai espropriato il Parlamento delle sue funzioni fondamentali mettono di nuovo nel mirino la Festa della Liberazione.
In questo momento difficile atti di sobrietà e di austerità sono necessari, ma non si possono mettere in discussione festività che simboleggiano i valori centrali della nostra Repubblica.
Ricordiamo a Garagnani e ai suoi colleghi di partito che il tentativo di questa estate è miseramente fallito anche perché migliaia di cittadini hanno fatto sentire la propria voce indignata firmando petizioni e promuovendo mobilitazioni, dimostrando in questo modo attaccamento a valori che non possono essere messi in discussione e, allo stesso tempo, di non essere quel popolo asservito che con tutta evidenza il governo vorrebbe, pensando addirittura di riscrivere la storia della repubblica. La celebrazione della sconfitta del fascismo deve rimanere una festa nazionale. Non si capisce poi – considerato lo spettacolo indegno e indecente del suo capo e delle sue cricche – cosa abbia da spartire la destra berlusconiana con la tradizione del cattolicesimo democratico che la DC ha incarnato per decenni a partire dal 18 aprile 1948, sempre nel solco dell’antifascismo.
Rispetto agli attacchi costanti di una destra che sta portando il paese al fallimento e perde tempo nel cercare di riscrivere la storia a colpi di atti parlamentari fuori luogo, la mobilitazione di questa estate tornerà e sarà ancora più vibrante.
(Thomas Casadei – Consigliere Regionale Emilia-Romagna Gruppo Assembleare PD)
