Con 1 milione e 200 mila presenze turistiche registrate nel 2010, il sistema termale dell’Emilia-Romagna continua ad essere un segmento strategico per l’economia delle 20 località dove hanno sede i 26 centri termali della regione, distribuiti su 8 province.
200 alberghi, oltre 11.600 posti letto, 3500 addetti direttamente occupati nelle strutture termali, che arrivano a 18 mila con quelli dell’indotto, il comparto termale Emiliano-Romagnolo produce un fatturato diretto di 100 milioni di euro all’anno e 720 milioni di fatturato nell’indotto.
Sonio i dati riferiti dall’assessore Maurizio Melucci in commissione regionale Turismo, presieduta da Beppe Pagani. Rispetto al 2009 i dati del movimento turistico registrati nel 2010 nelle località termali rivelano che il comparto è in sofferenza con un trend in costante flessione. Si tratta di un dato in linea con quanto avviene anche a livello nazionale (dove si registra mediamente un calo del -2,5%) – ha precisato l’assessore – a causa, principalmente, del venir meno del termalismo convenzionato che in passato ha permesso di arrivare a grossi numeri. Tuttavia – ha osservato Melucci – secondo le valutazioni di Federterme il sistema termale emiliano-romagnolo reagisce bene rispetto ad altre realtà regionali.
La parte del leone, con 563.870 presenze registrate nel 2010, quasi la metà del totale complessivo, la fa Salsomaggiore (Pr). Anche qui si registra una sensibile flessione (-6,28 %) tuttavia risultano in crescita le presenze degli stranieri (+28,01%). Al secondo posto Bagno di Romagna (FC) con 240.298 presenze. Anche in questo caso il dato è in calo rispetto all’anno precedente (-2,69%) e tuttavia sono in crescita le presenze straniere + 17,34%. A seguire, nella stessa provincia di Forlì Cesena, Castrocaro, che registra 119.110 presenze, con un calo del -3,01% che, per quanto riguarda le presenze straniere diventa del -9,84.
Per rilanciare il settore, per il quale la Regione ha destinato finanziamenti per 900 mila euro dall’unione di prodotto per la promo-commercializzazione, la ricetta indicata dall’assessore ha come ingredienti principali l’innovazione e la diversificazione dell’offerta, che deve passare anche per diversa formazione degli operatori, per intercettare nuove esigenze di un mutato pubblico di riferimento. Altre strade da percorrere a supporto del comparto: il coinvolgimento dei medici di famiglia nella sensibilizzazione sulle potenzialità curative del termalismo e, l’integrazione dell’offerta termale con altre offerte turistiche legate alle eccellenze del territorio.
Sono intervenuti per chiarimenti e osservazioni: Mauro Malaguti (Pdl), Silvia Noè (Udc); Andrea Defranceschi (M5stelle); Stefano Cavalli (lega nord), Roberto Piva e Thomas Casadei del Pd.