Il progetto formativo “Buone prassi per la gestione del rischio nei cantieri edili”, che fa capo a Inail, Regione e al consorzio Formedil, per un costo complessivo di oltre 95 mila euro, 40 mila di provenienza regionale, ha avuto il parere favorevole (astenuti Mov5.stelle, Lega, Pdl) della commissione Territorio, presieduta da Damiano Zoffoli.
“La scarsa sicurezza nei cantieri – ha detto il presidente – è una questione aperta nel nostro paese, e anche nella nostra regione. Lo testimoniano purtroppo le statistiche e le cronache dei media, che danno conto quasi ogni giorno di incidenti, spesso mortali, durante l’orario lavorativo. E’ un problema sul quale la Regione è intervenuta con due recenti leggi: quella sulla tutela del lavoro e della sicurezza nei cantieri (n.2 /2009) e quella sulla promozione della legalità e della semplificazione in edilizia (n.11/2010). E nel contrasto al fenomeno fondamentali sono i controlli”.
I dati 2010 dicono – ha aggiunto Zoffoli – che un terzo dei 15 mila cantieri controllati dagli operatori delle Asl (sui circa 90 mila notificati) sono risultati inadempienti alle normative in materia di sicurezza, il che ha comportato sanzioni per 7 milioni di euro. Non sono però solo le Asl a svolgere i controlli, intervengono anche gli operatori delle Direzioni provinciali del ministero del lavoro (Dpl) che verificano la regolarità dei contratti lavorativi, le prefetture e la polizia municipale, che non ha poteri d’intervento ma di segnalazione. Appare quindi importante, per ragioni di efficacia e anche di spesa, coordinare sempre di più e meglio queste varie tipologie di verifica. Ma alla sicurezza – ha poi puntualizzato il presidente – non concorrono solo fattori oggettivi (rispetto delle leggi, organizzazione del lavoro, processi e tempi di produzione, ecc…), altrettanto importanti sono i fattori soggettivi che coinvolgono direttamente i lavoratori (conoscenza dei rischi, percezione del pericolo, reazione allo stress). Un’azione formativa, quindi preventiva, come quella proposta, condivisa da imprenditori , tecnici e lavoratori, va perciò nella direzione giusta: certo non azzera i rischi , ma può facilitare lo sviluppo di prassi condivise che aiutino a ricondurli entro percentuali probabilistiche accettabili. Per questa ragione – ha concluso – è anche importante che i risultati del progetto trovino un’ampia diffusione nelle scuole edili e più in generale tra i titolari e le maestranze di attività edili.
IL PROGETTO FORMATIVO
Il progetto, coordinato da un Comitato tecnico scientifico, ha l’obiettivo di far diventare elementi attivi della sicurezza sia i lavoratori (informandoli sulla probabilità dei vari rischi concreti e promuovendone comportamenti corretti) che gli imprenditori e tecnici (indirizzandoli verso la rimodulazione organizzativa più efficace in rapporto alle norme per un lavoro sicuro).
L’iniziativa si attuerà in 9 cantieri presenti sul territorio regionale e, in ognuno di questi, si svilupperà su 4/5 giornate lavorative. I risultati entreranno a fare parte delle linee d’indirizzo della formazione del settore, e anche di quelle per le buone pratiche nei cantieri. Gestisce l’iniziativa il Consorzio Formedil Emilia-Romagna: un ente bilaterale costituito, oltre che da tutte le scuole edili provinciali, anche dalle associazioni di categoria e dalle organizzazioni sindacali di livello regionale appartenenti al settore delle costruzioni.
Il DIBATTITO
Per Giovanni Favia (Mov.5stelle) c’è un solo modo efficace per diffondere la sicurezza nei cantieri: fare controlli frequenti per verificare il rispetto delle leggi, al contrario di quanto avviene oggi in Emilia-Romagna. Per Manes Bernardini (Lega), l’impressione è che nonostante le leggi e gli istituti creati, tra questi la Consulta dell’edilizia, la Regione fatichi ad arrivare alla sostanza del problema: controllare e migliorare realmente le condizioni di sicurezza e di lavoro nei cantieri.
Favorevoli all’iniziativa Tiziano Alessandrini e Roberta Mori del (Pd).
I controlli sono certo importanti e sono un deterrente decisivo contro l’ illegalità – ha detto Alessandrini – ma non bastano ad abbattere i tassi degli infortuni nei cantieri: per ottenere quest’obiettivo devono essere affiancati da politiche di prevenzione, che agiscano sull’aspetto culturale della sicurezza. Analogo il parere della collega Mori, che ha anche sottolineato le scarse risorse oggi in dotazione agli enti locali per espletare i controlli.