Poviglio celebra le emergenze artistiche e architettoniche del suo territorio, e lo fa grazie a un video reportage e a una mostra, domenica 9 ottobre, in occasione della grande Fiera d’Autunno.
Durante la mattinata, infatti, alle ore 11.00 presso l’Oratorio San Filippo Neri, si terrà la presentazione del video-documentario sul territorio povigliese “Un volo nel passato”, realizzato grazie alla collaborazione degli Assessorati alla Cultura, alle Politiche Sociali e Giovanili, e all’Ambiente, e con il contributo di Adriano Artoni. Guidati dalla voce narrante di Sandra di Meo e Riccardo Rovatti, gli spettatori saranno condotti in un viaggio immaginario attraverso le suggestive immagini di Luca Fornaciari: al termine, una copia del DVD, realizzata in lingua francese, sarà donata ai gemelli di Plédran, in questi giorni in visita a Poviglio.
Alle ore 11.45, invece, presso la Sala del Consiglio del Municipio di Poviglio, sarà inaugurata l’esposizione fotografica “Passato Prossimo: architetture e paesaggi nel territorio Povigliese”, uno sguardo a 360 gradi sviluppato dal fotografo Matteo Colla e da Adriano Artoni sulle emergenze architettoniche del territorio.
“Passato Prossimo: architetture e paesaggi nel territorio Povigliese” è uno sguardo differente sul patrimonio povigliese, che percorre tutto il territorio cogliendo i particolari più curiosi e significativi.
La mostra sarà visibile dal 9 al 20 ottobre presso la Sala del Consiglio, la Sala civica “Rosina Mazzieri”, la sala conferenze della P.a.s. Croce Azzurra, l’oratorio San Filippo Neri, Il Centro “Kaleidos” e le vetrine dei negozi del centro storico.
“Passato prossimo: architettura e paesaggi nel territorio Povigliese”: la parola a Matteo Colla e Adriano Artoni:
«Quello che abbiamo realizzato è stato un lavoro molto lungo, durato più di un anno» spiegano il fotografo e architetto Matteo Colla e Adriano Artoni, conoscitore del territorio, che ha guidato la ricerca su cui si fonda la mostra. Una ricerca ricca e piena di sorprese, che si articolata attraverso cinque grandi temi: i luoghi di culto, dalle chiese parrocchiali, agli oratori di alcune frazioni e a quelli privati, spesso associati a complessi a corte; i casini e le corti rurali sei-settecenteschi, attraversando l’Ottocento, fino ai villini Urbani del periodo floreale; i giardini, i parchi e le campagne da sempre associati alle ville e ai villini; i luoghi atti alla trasformazione e conservazione dei prodotti di un’economia essenzialmente legata all’agricoltura, quali caseifici, cantine, molini, fienili e ghiacciaie. Luoghi del pubblico e del privato, fotografati da Colla nella loro essenza più profonda, rilevandone i particolari più nascosti e curiosi: un viaggio a ritroso, nel soltanto nell’architettura, ma anche nella storia, economica e sociale, del territorio. «Lo scopo della ricerca è di fare dialogare le immagini con lo spettatore, per un’indagine che ha preso di mira la stilistica architettonica, le successioni araldiche-familiari, la religiosità, la storia, la socialità intera del territorio povigliese». Durante il lungo lavoro, reso possibile anche grazie alla collaborazione dei cittadini che hanno aperto le porte di luoghi privati, normalmente chiusi a occhi indiscreti, «abbiamo avuto anche delle piacevoli sorprese, posti dei quali non conoscevamo la ricchezza e i particolari degli interni» spiega Artoni: luoghi di un passato poi non troppo lontano, come le ghiacciaie delle case di campagna, o le grandi ville dei signori, come Villa Pollina, esempio unico nel suo genere per la rilevanza degli affreschi e degli esterni. «È stato un lavoro impegnativo» specifica Colla, che spiega di avere scattato ben 1500 fotografie, tra le quali sono state scelte le 130 dell’esposizione, nessuna delle quali è stata minimamente ritoccata. «È stata un’esperienza molto intensa, che mi ha permesso di entrare in sintonia con questi luoghi, isolando dettagli ed evidenziandone, parafrasando Le Corbousier, “il gioco sapiente dei volumi sotto la luce”. Senza dubbio una ricerca stimolante alla scoperta del nostro territorio, che ha una ricchezza che troppe volte ignoriamo e sulla quale bisognerebbe invece soffermarsi». Conclude Artoni: «la ricerca che abbiamo condotto testimonia come il nostro territorio, a torto ritenuto poco significativo dal punto di vista artistico, è invece ricco di emergenze architettoniche di tutto rilievo. Forse meriterebbe qualche visita in più».