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‘Emilia 2’, la solar car tutta made in Emilia-Romagna, in gara al World Solar Challenge 2011

Ben 401 celle fotovoltaiche al silicio per una superficie complessiva di 6 metri quadrati installate su un auto con telaio e scocca quasi interamente realizzati in materiali compositi tra cui fibra di carbonio, kevlar e nomex che garantiscono aerodinamica elevata resistenza meccanica, isolamento termico e leggerezza. È proprio la forza del sole, convertita in energia elettrica, a fornire la potenza a Emilia 2, la solar car – nata dalla progettazione di studenti e piccole imprese emiliano romagnole – che rappresenterà l’Italia al World Solar Challenge 2011, il campionato mondiale ad emissioni zero che si svolgerà in Australia dal 16 al 23 ottobre.

Il World Solar Challenge è una competizione dedicata a veicoli elettrici alimentati esclusivamente dall’energia solare. Nata nel 1989, si svolge in Australia a cadenza biennale ed è la gara più prestigiosa nel suo genere. Si parte da Darwin e si procede a sud per oltre 3 mila chilometri fino a Adelaide. E’ una sfida che coniuga il sapore dell’avventura con quello dell’innovazione tecnologica ai massimi livelli, nel segno dell’ecologia e dell’impatto zero dell’uomo sull’ambiente. All’edizione 2011 partecipano 42 squadre da tutto il mondo: Australia, Usa, Giappone, India, Malesia, Iran, Arabia Saudita, Canada, Svizzera, Inghilterra, Cile, Corea, Filippine, Taiwan, Singapore, Turchia. Dall’Europa solo Italia, Germania, Belgio e Olanda.

I partecipanti sono prevalentemente team universitari spesso supportati da colossi industriali della tecnologia e dell’energia. Lo scopo del World Solar Challenge 2011 è quello di percorrere i 3.021 km che separano Darwin da Adelaide con un veicolo solare, appositamente progettato e costruito dal team, nel minor tempo possibile. La gara si svolge lungo la Stuart Highway, rettilinea direttrice nord-sud che attraversa il deserto: ci si muove in un ambiente estremo, insieme al traffico normale, rispettando le norme di circolazione e affrontando gli imprevisti che le strade australiane riservano, solitamente canguri e road-trains. «La solar car italiana – ha sottolineato Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alla Attività produttive – nasce dalla passione, dall’alta artigianalità e da quell’ingegno senza pari tipico della terra emiliana: è l’espressione più alta e sincera di una terra di motori che, forte della propria storia gloriosa, guarda al futuro dedicandosi ad elaborare nuovi modelli di sviluppo e mobilità sostenibile. Un’auto completamente solare, di fabbricazione tutta emiliano-romagnola, pensata e costruita tra Castel S.Pietro T e Modena. Giovanissimi meccanici selezionati tra studenti dell’Ipsia di Maranello e giovani Ingegneri di Unibo. La testa e le mani di imprenditori-artigiani, il tocco hi-tech di Ferrari e Università di Bologna».

Emilia 2: silenziosa, inesauribile e pulita

Le scelte di base della costruzione di Emilia 2 (http://www.ondasolare.com/ ) sono state pensate in funzione dell’avventura australiana, dove il terreno di gara è un tracciato prevalentemente rettilineo privo di significativi saliscendi e curve: per questo sono state applicate tutte le soluzioni messe a punto in trent’anni di competizioni su veicoli senza motore. La scorrevolezza e il basso consumo di energia al rotolamento sono due elementi chiave dell’auto.

Quando le potenze in gioco sono così esigue (meno di 1500 watt disponibili) la leggerezza del mezzo diventa un fattore determinante: si è quindi optato per la realizzazione di ogni particolare della solar car italiana in fibra di carbonio. Il telaio non è integrale con la carrozzeria: questo forse potrebbe giocare a sfavore nel peso complessivo del veicolo ma lascia aperte tutte le possibilità di un nuovo sviluppo aerodinamico. Stesso discorso vale per la meccanica, per le geometrie delle sospensioni e per le distribuzioni dei pesi.

Gli altri veicoli in gara, grazie al supporto dei più importanti produttori mondiali, puntano sull’innovazione elettronica e aerodinamica e sulla potenza dei motori e dei pannelli solari di derivazione satellitare: Emilia 2 invece è stata pensata con la consapevolezza che nella componente telaistica si possano trovare importanti risorse per prestazioni di alto livello.

















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