Le tensioni sui mercati finanziari, hanno comportato un restringimento della liquidità provocando un aumento del costo del denaro per gli istituti di credito. Pur non essendo in presenza di una vera e propria contrazione del credito però, le banche selezionano con criteri sempre più severi le domande di accesso, mentre le imprese si trovano a fronteggiare una situazione in cui i tassi sui finanziamenti rincarano e contemporaneamente i mutui e i finanziamenti medesimi diventano più onerosi a causa delle maggiori garanzie richieste. L’accesso al credito si rivela quindi sempre più costoso e difficoltoso, considerando anche che buona parte delle aperture di linee di credito sono per liquidità a breve termine e quindi destinate al credito d’esercizio.
“In questo contesto – fa notare Confesercenti – le imprese si muovono tra parecchie difficoltà,, manifestando nella gestione finanziaria e nei rapporti con le banche non pochi problemi. In effetti, oltre ad un maggiore costo per l’accesso al credito, anche laddove le imprese sono in grado di fornire garanzie a supporto dei finanziamenti, il sistema bancario tende a richiedere garanzie aggiuntive – come la garanzia dei Confidi, strumento diventato oramai pressoché imprescindibile, o la stipula di polizze assicurative – caricando ulteriormente le imprese di oneri finanziari. Nelle ultime settimane abbiamo assistito a repentini aggiornamenti delle condizioni bancarie orientate al rialzo e anche la tendenza a breve termine, sembra essere caratterizzata da una situazione di estrema volatilità”.
L’Osservatorio Economico di Confesercenti ha focalizzato poi l’attenzione sul fronte dei costi per le imprese riguardo all’accesso al credito: “Esaminando il comportamento di alcune tra le banche più importanti operanti sul nostro territorio si è riscontrato nel giro di pochi mesi un rialzo degli spread sui finanziamenti fino al 3% portando così il tasso pagato dalle imprese per questi finanziamenti vicino all’8%. Con riferimento al numero dei finanziamenti accesi e all’importo complessivo degli stessi, facendo un confronto tra il primo semestre del 2011 e il primo semestre del 2010 dell’operatività dei Confidi che operano nei confronti delle PMI nel settore commercio e turismo si evidenzia una flessione del 14% sul numero dei finanziamenti erogati ed una riduzione degli importi medi di questi finanziamenti dell’8%. Sempre relativamente alle operazioni di finanziamento nelle quali intervengono anche i Confidi, è sempre più evidente la propensione degli istituti di credito a pretendere garanzie del 50% sull’importo totale finanziato rispetto al 30% di norma richiesto fino a qualche anno fa.
Peggiora anche la situazione sul fronte delle agevolazioni a fondo perduto dove si assiste ad una diminuzione netta e costante delle risorse destinate al comparto commerciale. La Legge Regionale 41/97, quella inerente alla ‘Valorizzazione e qualificazione delle imprese minori della rete commerciale’ quest’anno non ha destinato fondi alle imprese che realizzano progetti con contenuto innovativo in ambito tecnologico e gestionale.
“E’ del tutto evidente – conclude Confesercenti Modena – che in questo difficile momento congiunturale, le piccole e piccolissime imprese che rappresentano la struttura portante del tessuto economico, locale necessitano di essere sostenute. Vanno però in direzione opposta le dichiarazioni del Ministro Romani che annuncia la volontà di ridurre di 340 milioni il fondo di garanzia, destinato ai confidi, con il quale le imprese accedono con maggior fluidità al credito. C’è invece un bisogno imprescindibile di una particolare e specifica attenzione da parte delle istituzioni, nell’individuare strumenti e misure di sostegno più adeguati al fine di assicurare alle imprese non solo la sopravvivenza sul mercato, ma una continuità nei termini di innovazione, crescita e sviluppo. Contrariamente il rischio è quello di continuare a perdere una parte importante dell’economia del territorio”.
