Il riconoscimento formale, all’interno del Pal approvato il 14 ottobre, del ruolo strategico dell’ospedale di Pavullo rispetto a tutta la montagna, e il riconoscimento del primariato per ostetricia, pur a mezzo servizio con Sassuolo, segna un importante risultato di cui tutti i pavulesi devono essere orgogliosi. Grazie alla enorme mobilitazione apartitica e veramente trasversale, è stata condotta e vinta una piccola, seppur importante battaglia, ma la strada per vincere la guerra, ovvero per evitare il futuro e graduale smantellamento dell’ospedale di Pavullo è ancora lunga e, crediamo, lastricata di ostacoli. Una cosa è certa: se non fosse stato per la grande mobilitazione popolare on-line, nel gruppo di Facebook, e off-line, attraverso la firma della petizione, l’ospedale di Pavullo avrebbe perso e continuato a perdere tanto. Invece il coro unanime, civile e fermo dei Pavullesi è arrivato forte e chiaro anche a chi, da subito, non voleva sentire, obbligando i responsabili della sanità modenese estensori del PAL, a riconsiderare alcune scelte fortemente penalizzanti per la nostra comunità.
Ora non bisogna abbassare la guardia. Con la stessa forza e determinazione siamo chiamati a controllare affinché quanto promesso sia applicato e ciò che ancora manca garantito. Prima di tutto il primario di ostetricia e ginecologia a tempo pieno qualora si dimostri che il mezzo servizio non sia sufficiente ad organizzare il reparto, o il ripristino del reparto di geriatria o almeno l’individuazione di un certo numero di letti per i pazienti geriatrici acuti, e/o miglioramento dei servizi di Pronto Soccorso. Tutte cose che ci sono state tolte nel corso degli anni passati e che mai sono state ridate. In questo Pal non è stato concesso nulla in più ma abbiamo evitato che Pavullo potesse avere molto di meno di quanto oggi ha, E questo grazie a tutti i Pavullesi e montanari che uniti al di la e al di sopra delle appartenenze politiche, hanno detto no.
Nino Fraulini (PDL)
