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Cgil Modena, crisi settore edile: appalti pubblici e “massimo ribasso”

L’intero settore delle costruzioni e dei lavori pubblici è sottoposto ad una crisi pesantissima e dai contorni inediti. Sindacati e Associazioni delle imprese hanno ripetutamente lanciato allarmi e concrete proposte per il riavvio del volano dei lavori e dello sviluppo, ma il Governo non sta mettendo in campo misure a sostegno della crescita e degli investimenti produttivi.

A livello locale, la crisi è ancor più forte rispetto al resto della regione.

In questo contesto vanno letti gli esiti dei recenti controlli sui cantieri: nelle quattro province dell’area nord emiliana 1 cantiere su 3 presenta palesi irregolarità per la sicurezza ed il lavoro fuori regola. In una situazione di crisi pesantissima e non governata si accentuano i fenomeni di irregolarità per il lavoro ed i rischi di illegalità e penetrazione malavitosa.

Massimo sostegno perciò e nessun rallentamento al Piano Regionale che, nel 2011, prevede l’ispezione di cinquemila cantieri.

Dal punto di vista sindacale la denuncia è ancor più ampia. Nel comparto delle costruzioni vediamo – accanto al crollo dell’occupazione – l’esplodere del lavoro nero, partite IVA fasulle, palese abuso di contratti part-time, moltiplicarsi di cosiddette imprese autonome senza dipendenti nei cantieri ed “attenzioni” singolari e sospette verso imprese in crisi.

Il permanere e l’espandersi di aziende al limite della legalità nel nostro territorio impone a tutti -imprese, professionisti, istituzioni locali,organi investigativi e Prefettura – il massimo della collaborazione e rispetto delle regole per tener ben alta la soglia all’ingresso dell’illegalità.

I più recenti dati dell’Osservatorio Provinciale Appalti, relativi all’attività dei primi nove mesi 2011, confermano il calo ulteriore nel numero degli appalti pubblici e nell’entità degli importi delle opere sul territorio modenese, di circa il 15% .

Persistere una troppo elevata ed estesa modalità di assegnazione degli appalti attraverso il “massimo ribasso”. Su poco meno di trecento appalti pubblici, solo una trentina sono assegnati con quest’ultimo metodo più raccomandabile e trasparente. Una quarantina di appalti sono stati affidati con un ribasso che supera il 20% ed, in alcuni casi, il 30 e 40%.

Degli oltre 80 appalti con valore superiore ai 200.000 euro, solo una dozzina adottano il sistema più corretto dell’offerta “economicamente più vantaggiosa”, che cioè tiene conto di vari parametri di qualità e regolarità, e non solo dello sconto.

Anche per i lavori che superano i 500.000 euro, prevale il massimo ribasso e solo per quelli oltre il milione, prevale di poco il “nuovo” e piùconsigliabile sistema di assegnazione.

Si tratta di Comuni modenesi medio-piccoli, e ciò sorprende, ma sopratutto delle grandi Aziende pubbliche: Hera, Acer, Aimag, Università, Ausl, Consorzio Burana.

Dati e tendenze chiaramente insoddisfacenti.

Forse, ci si accontenta del rassicurante fatto che ormai i nostri appalti vengono aggiudicati per il 97% ad imprese del Nord e non più casalesi, reggine o catanesi, dimenticando la storia degli ultimi anni di investigazioni, abbondanti atti giudiziari e puntuali relazioni DIA e DDA, che aggiornano le mappe delle presenze mafiose al nord, con nuovi cognomi e residenze, appoggi e connivenze ben radicate nel sistema finanziario, economico e professionale nostrano.

Richiamiamo con puntiglio il Protocollo del luglio 2007 fra Prefettura, Enti Locali, Imprese e Sindacati modenesi, che indica alle stazioni appaltanti di procedere sempre “…con carattere preferenziale all’aggiudicazione con il criterio della offerta economicamente più vantaggiosa”, anziché lo sbrigativo massimo ribasso.

Ciò, evidentemente consente un maggior controllo sulla trasparenza delle imprese, qualità dei lavori ed attenzione sulla regolarità e sicurezza del lavoro.

Una norma “non scritta” in quel Protocollo ma informalmente acquisita dalle parti, assumeva la soglia dei 200.000 euro di valore dei lavori, qualelimite oltre il quale non adottare la scorciatoia dello sconto massimo.

Quel Protocollo fatto in Prefettura è tuttora valido e deve restare la bussola per tutti gli appalti.

La sfida che proponiamo e sosterremo in tutti i tavoli di confronto fra Enti pubblici e Sindacato, è quella di ridurre del 50% il numero ed il peso degli appalti col “massimo ribasso” nel corso del 2012.

(Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale)

















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