Un’occasione di confronto persa: si può dissentire, ma non mancare di rispetto, e questo al di là che si tratti di un alto prelato o di qualsiasi altra persona. Quanto accaduto a Monsignor Lanfranchi, invitato al consiglio congiunto sulla scuola, a Spilamberto, che ha visto il rifiuto a partecipare di PdCI, PRC, PRI, PSI, SeL e Verdi, e di un assessore, è un esempio di come la visione della libertà di parola sia del tutto parziale da parte di una fetta importante di sinistra, alleata del PD. Si è parlato di un errore: Monsignor Lanfranchi doveva solo intervenire, non concludere i lavori. Ma cosa cambia? L’invito era rivolto ad un esperto di educazione, facente parte di un’istituzione che si occupa di formazione dei giovani, e per questo rappresentante di una voce della società in cui viviamo. C’è una fetta importante di sinistra anticlericale che interpreta il proprio essere tale tentando di togliere la parola. E’ questo la democrazia che hanno in mente gli alleati del PD?
(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere provinciale – PDL)