Si è conclusa la mostra-laboratorio organizzata dalla Fondazione Gualandi. Oltre 1.100 visitatori tra scolaresche, famiglie, insegnanti e studenti universitari, non solo di Bologna. Un bimbo delle Longhena vince il concorso “Il gioco inventato da me”: una creazione “geniale e ingegnosa” utilizzando una scatola, un sacchetto, una bottiglia di plastica e delle cannucce.
Scolaresche delle materne e delle elementari, studenti delle scuole superiori di Bologna ma anche di Matera, universitari in viaggio-studio da Bolzano, insegnanti, educatori, qualche straniero (come Rachelle e la figlia Gaia che hanno ringraziato per “all the amazing ideas”) e moltissime famiglie, non solo della città, con i papà entusiasti di poter rigiocare con i giochi di una volta, anche se non mancano le mamme come Silvana, che “vorrebbe ritornare bambina” ma poi “i giochi li ho fatti ugualmente, anche se sono grande”.
Sono stati più di 1.130 i visitatori della mostra-laboratorio “Il giocoscopio” organizzata dalla Fondazione Gualandi di Bologna, che dal 7 al 26 ottobre ha portato negli spazi dell’ex cinema Splendor (via Nosadella 51/b) 45 giocattoli realizzati a mano da Roberto Papetti. Giochi della tradizione, italiana e non solo, come fucili a elastico, auto a molla, trottole, catapulte a cucchiaio e strumenti musicali fatti con canne, tubi di plastica e cartoncini, che i bambini hanno potuto non solo toccare, ma anche smontare e ricostruire (e poi portare a casa), utilizzando i materiali messi a disposizione nel laboratorio.
Ma non solo, perché con il concorso “Il gioco inventato da me” la Fondazione Gualandi ha invitato i piccoli visitatori a liberare la loro fantasia, creando giochi originali a partire da pochi oggetti presenti in tutte le case: una scatola di scarpe, una bottiglia di plastica, delle cannucce, un vasetto dello yogurt e un sacchetto di plastica.
I fratellini Samuele e Linda, 7 e 5 anni, hanno costruito una gru con un carico da sollevare, abbellita con le bandiere “Viva l’Italia e viva Bologna”. Alberto, 7 anni, una scatola “lancia palloncini”. D’effetto la creazione di Riccardo e Benedetta, 12 e 5 anni: una medusa che nuota nel mare, con un sacchetto in carta velina a imitare il movimento sinuoso tra le onde. Utilissima la creazione di dei piccolissimi Giacomo e Davide (6 e 5 anni): assemblando scatole e bottiglie colorate, hanno tirato su un bel semaforo, indispensabile per evitare gli incidenti giocando con le macchinine.
E se qualcuno si è lasciato prendere dalla fantasia ed è andato “fuori tema” utilizzando pure rotelline, confezioni delle uova, pongo e sughero, c’è chi di giochi ne ha inventati addirittura due e si è aggiudicato il primo premio del concorso: una giornata a Ravenna (pranzo e biglietto del treno per due persone), con ingresso al Museo del giocattolo presso il centro “La lucertola”, la partecipazione a un laboratorio didattico, un gioco artigianale costruito dal mastro giocattolaio Roberto Papetti e una copia del suo libro “Tintinnabula”.
Il suo nome è Nicola Landi, è bolognese, ha dieci anni e frequenta l’ultimo anno delle scuole elementari Longhena. Nicolino ha inventato prima un “Gonfia sacchetto”, poi ci ha pensato su, ha fatto qualche miglioria per renderlo più divertente e quindi ha creato una macchina “Lancia palline”: delle cannucce convogliano l’aria all’interno di una bottiglia tagliata a metà, a cui è incollato un sacchetto che funge da membrana: basta soffiare, il sacchetto si gonfia e lancia delle palline di carta appoggiate sopra.
“Mi sono ispirato ai giochi con l’aria – racconta –. Quanto mi ci è voluto per costruirlo? Una quindicina di minuti. Può essere un gioco da fare in due o in più bambini: vince chi soffiando riesce a tirare le palline più lontano”.
“Altre invenzioni erano belle, ma questa è geniale – ha detto nel corso della premiazione Chiara Di Palma, una delle animatrici della Fondazione Gualandi –. Nicola ha colto lo spirito della mostra, giocare e sperimentare. Nel suo ‘Lancia palline’ c’è dell’ingegno, perché mette in moto un meccanismo che sfrutta la forza dell’aria”.
“È un po’ una mia passione inventare i giochi – svela Nicola superando la timidezza –. A volte costruisco delle piste per le macchinine mettendo le sedie di traverso e utilizzando delle scatole come scivoli, altre volte faccio cose più artistiche e disegno”. Qualche idea per il prossimo gioco da costruire? “Mi piacerebbe fare una catapulta come quella della mostra – risponde –. È fatta in legno e c’è un elastico, più l’elastico è corto, più la catapulta lancia lontano”.
Alla Fondazione Gualandi continuano, nel mese di novembre, altre iniziative didattiche, sempre nello spirito del gioco e della scoperta. Tra queste, il percorso gratuito per l’apprendimento della lingua italiana “ItaGliamo”, dedicato a bambini con difficoltà uditiva e sostenuto anche dall’Ufficio scolastico provinciale.
Per informazioni: Fondazione Gualandi, tel. 051 6446656, sms 345 6994489, e-mail iniziative@fondazionegualandi.it