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‘Maschere’ dell’illegalità in alcuni locali reggiani nella notte di Halloween

Talloncini colorati, gettoni e documenti non fiscali al posto degli scontrini, incassi totalmente in nero, guardaroba traboccanti di abiti non battuti alla cassa, lavoratori in nero e finte associazioni, baristi e cameriere che lavorano gratis per una sera. Sono queste le “maschere” dell’illegalità indossate per evadere il fisco, scoperte da Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna e SIAE con l’operazione Halloween II.

A Reggio Emilia la notte di Halloween ha fatto togliere la maschera, suo malgrado, a una associazione di “promozione sociale” che in realtà svolgeva attività commerciale a tutti gli effetti, con tanto di vocalist, dee jay e ragazze immagine, tutti in nero, e quasi 2mila persone in sala: l’incasso non battuto è stato di 7.500 euro, ai quali vanno aggiunti oltre 30mila euro ricavati dai biglietti venduti in prevendita. Nella stessa provincia, una discoteca non solo aveva dimenticato più di 300 scontrini e 120 abiti nel guardaroba, ma non si era preoccupata neppure di una schiera di 12 lavoratori in nero; altri tre lavoratori in nero sono stati individuati in un terzo locale.

















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