“Propongo all’Assemblea Legislativa di approvare il Rendiconto della Regione Emilia-Romagna per il 2010, con l’orgoglio e la consapevolezza che il nostro Bilancio è stato gestito con correttezza formale e sostanziale e ha, nei limiti delle risorse a disposizione, corrisposto agli obiettivi di sostegno alle persone, al territorio e al sistema economico che ci si era prefissati”.
È quanto ha evidenziato Luciano Vecchi (Pd) nella relazione di maggioranza sottolineando, a sostegno della sua dichiarazione, il giudizio rilasciato dalla Corte dei Conti nel consueto rapporto annuale dal quale si ricava che “si può ritenere positiva la gestione economico-finanziaria del bilancio relativo all’esercizio 2010, che ha consentito di assicurare il rispetto dell’equilibrio di bilancio sia in sede previsionale, che di assestamento e di consuntivo, nonché il rispetto del patto di stabilità”.
“Il 2010 – ha ricordato Vecchi – si è configurato “eccezionale per la gravità della crisi economica. Nonostante ciò, la Regione ha rispettato i propri impegni politici assicurando il massimo investimento nei settori a garanzia della salute e a sostegno della crescita economica e della coesione civile e sociale. In particolare con il Patto per attraversare la crisi, promosso dalla Regione, si è conseguita una sostanziale tenuta del mercato del lavoro. Nel 2010 si sono garantiti l’invarianza della pressione fiscale, il contenimento delle spese di funzionamento, l’individuazione di scelte volte a massimizzare e porre in sinergia tra loro le risorse da destinare al perseguimento delle politiche istituzionali dell’ente”.
“RAZIONALIZZAZIONE DELLA SPESA” – Per quanto riguarda “la spesa di funzionamento della macchina regionale si è proceduto al riordino, alla razionalizzazione e al contenimento della stessa. Tra le priorità perseguite nel 2010- ha proseguito Vecchi-, c’è stata quella di garantire il mantenimento dell’equilibrio della spesa del servizio sanitario. Altre priorità hanno riguardato: la salvaguardia del potere d’acquisto delle famiglie attraverso il consolidamento e il potenziamento degli interventi sullo stato sociale e le politiche di contenimento tariffario; il sostegno alla qualità del sistema scolastico, interventi in favore della competitività del sistema produttivo, con particolare attenzione alla green economy; misure a favore delle politiche di mobilità”.
In particolare, il relatore di maggioranza ha sottolineato il fatto che nel 2010 la sanità dell’Emilia-Romagna ha potuto contare anche su risorse aggiuntive derivanti dalla manovra del bilancio regionale e nello stesso anno è stato incrementato anche il fondo regionale per la non autosufficienza di ulteriori 10 milioni di euro. E’ poi proseguito l’impegno a sostegno del programma di investimenti per la realizzazione, ristrutturazione, acquisto, completamento di strutture a destinazione sanitaria. Nel 2010, infine, la Regione ha autorizzato per un importo complessivo di euro 92 milioni 718 mila euro il superamento dei saldi finanziari del Patto di Stabilità interno dei Comuni e delle Province per l’effettuazione dei pagamenti, anticipando con questo provvedimento (almeno in parte) quanto poi messo a sistema con la Legge sul Patto di stabilità regionale del dicembre scorso.
DEBITO IN CALO: 206 EURO PRO CAPITE – Tra gli altri dati positivi del rendiconto, Vecchi ha in particolare ricordato la riduzione dello stock del debito a carico della Regione. Tra le Regioni a Statuto ordinario, l’Emilia-Romagna è quella che presenta il più basso indebitamento pro capite e il più basso indebitamento su Pil regionale. Considerando la popolazione residente al 1^ gennaio 2010, il debito regionale pro capite risulta tra i meno elevati a livello nazionale: 206 euro a fine esercizio 2010 (nel 2009 era di 221 euro). Sono state pure rispettate le disposizioni sul Patto di stabilita interno in vigore per l’anno 2010. Le spese sono rimaste sotto i limiti stabiliti sia in termini di impegni che di pagamenti. Il rapporto tra personale ed abitanti (4.432.439 residenti nella Regione al 1^ gennaio 2011) è di un dipendente ogni 1.491 abitanti (il corrispondente valore a fine 2009 era di 1 a 1.468). Il rapporto tra la spesa per il personale e la spesa corrente registrato nell’esercizio 2010 è comunque del 9,62%, ampiamente al di sotto del limite del 40% previsto dalla norma nazionale.