Sostenere i musei aderenti al Sistema museale modenese nel raggiungere degli standard di qualità, promuovere una politica di marketing e un maggior collegamento con le altre realtà culturali, sociali ed economiche del territorio per accrescere l’attrattività dei musei; continuare a sviluppare la comunicazione della rete anche attraverso il restyling, in corso di realizzazione, del sito www.museimodenesi.it. Sono questi alcuni degli obiettivi inseriti nella convenzione per la regolamentazione del sistema dei musei della provincia di Modena il cui rinnovo fino al 2014 è stato approvato dal Consiglio provinciale con il voto favorevole di Pd, Udc, Idv e gruppo Misto. Astenuti Pdl e Lega nord.
Alla rete dei musei modenesi aderiscono 47 istituzioni museali, tra le quali 25 Comuni titolari di Musei, l’Università di Modena e Reggio Emilia con sette musei universitari, la Soprintendenza ai beni artistici e storici, cui fanno capo la Galleria estense di Modena e il Palazzo ducale di Sassuolo, e 13 musei privati. «Si tratta di uno dei sistemi museali più vasti e complessi d’Italia – ha spiegato il vice presidente della Provincia con delega alla Promozione del territorio Mario Galli illustrando i contenuti della convenzione – attraverso il quale abbiamo operato per migliorare la visibilità dei musei, qualificare e aggiornare gli operatori museali con attività di formazione, migliorare le strutture museali in vista del raggiungimento degli standard di qualità, certificazione ottenuta a oggi da 13 musei». Il vice presidente Galli ha poi sottolineato che l’esistenza della rete, oltre a permettere una programmazione coordinata delle attività e delle proposte culturali, «ha portato nel lungo periodo a un significativo aumento dei visitatori che nel 2009 hanno sfiorato le 590 mila presenze». E, intervenendo nel dibattito, l’assessore provinciale alla Cultura Elena Malaguti ha messo in evidenza il valore della creazione di reti che «comprendono non solo i musei ma anche i castelli, le biblioteche e altre realtà culturali e che dialogano insieme, come è stato fatto per esempio con il progetto Transromanica, per promuovere il turismo culturale, secondo le indicazioni dell’Unione europea, come possibilità di frequentare i luoghi e le comunità».
Per Giorgio Siena (Pd) il sistema museale «è la strada per valorizzare il patrimonio, spesso ricco, anche dei piccoli Comuni che da soli faticherebbero», mentre Patrizia Cuzzani (gruppo Misto), pur collocando il Sistema tra le eccellenze della Provincia, ha espresso il timore «di una deriva solamente turistica. Fondamentale è invece l’investimento immateriale e la definizione precisa dell’identità del museo che è la sua maggiore ricchezza e che non sempre vedo». «Il museo deve rientrare nella proposta turistica – ha replicato Sergio Pederzini (Idv) – perché il turismo è uno dei tasselli dell’economia del nostro territorio». Dare valore all’identità «unica di ogni singolo museo, evitando quindi i doppioni», è un obiettivo prioritario anche per Luca Gozzoli (Pd) che ha rilevato la necessità di «sviluppare una rete con gli altri soggetti che sul territorio si occupano dello stesso tema in modo da dare una consequenzialità a tutte le proposte». D’accordo anche Bruno Rinaldi (Pdl) secondo il quale, a fronte di musei di valore «ce ne sono anche di quelli che non meritano di essere visti e che non dovrebbero trovare spazio nel sistema». Dante Mazzi (Pdl) ha osservato che «manca una vera promozione della rete dei musei nella rete per eccellenza che è internet. Non è solo questione di risorse, che sono importanti ma non fondamentali, quanto di utilizzare al meglio strumenti che già abbiamo e verificare che il sistema sia realmente conoscibile e fruibile». E Fabio Vicenzi (Udc) ha affermato che «la convenzione e il sistema di rete dei musei sono lo strumento più idoneo per risolvere tutti i problemi di promozione e valorizzazione sollevati». Secondo Mauro Sighinolfi (Pdl) sarebbe bene tenere separati «i musei propriamente artistici da quelli che operano in altri ambiti, come le auto, perché hanno pubblici diversi e richiedono una diversa promozione». Per Stefano Corti (Lega nord) «agli aspetti positivi del sistema, come il coordinamento e il sostegno nell’acquisizione delle risorse, se ne oppongono altri che andrebbero modificati , come la richiesta della quota fissa di partecipazione e la previsione di un comitato ristretto che prende le decisioni».