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“Sappiamo cosa beviamo e cosa mangiamo?” Martedì “laboratorio pratico” su bevande nei locali della Pomposa a Modena

Caffè, the, coca-caca, succhi di frutta, la famigerata red-bull, vino, alcolici, cocktail superalcolici e quant’altro ogni giorno si ingerisce. Questi gli argomenti che alcune classi quarte dei Licei Tassoni e San Carlo andranno a discutere al Bar Chlorophille della Pomposa, guidati da un barman professionale e da un medico esperto di alimentazione.

Davvero “Sappiamo cosa beviamo e cosa mangiamo?” La risposta a questo quesito è l’obiettivo del progetto, che Fipe Confcommercio Imprese per l’Italia Ascom Modena intende raggiungere per rendere davvero consapevoli i giovani su quello che ogni giorno mangiano e bevono.

Il “laboratorio pratico”, organizzato da Fipe, si svolgerà dalle ore 9.00 alle 1.00 di Martedì 15 novembre, proprio per trattare il complesso mondo delle bevande che tutti i giorni i nostri ragazzi e noi stessi ingeriamo. Un secondo incontro, che tratterà del cibo, è previsto per il prossimo 15 dicembre.

Vorremmo – afferma Luca Marchini, presidente Fipe Confcommercio Imprese per l’Italia Ascom Modena – dare il nostro contributo alla complessa tematica dell’educazione alimentare dei giovani partendo dall’educazione al gusto, dal piacere della tavola, della riscoperta di prodotti e tradizioni che sostanziano la nostra identità, il tutto utilizzando i nostri locali, già identificati come luoghi in cui l’alimentazione è soprattutto piacere e socialità, ma dove è anche possibile scoprire la storia degli alimenti, i loro valori culturali e nutrizionali, le regole e i segreti per la loro corretta gestione, allo scopo di trarne una alimentazione sana, corretta ed equilibrata.

Il valore aggiunto dei laboratori – conclude Marchini – è la contemporanea presenza di un medico esperto di alimentazione, il dottor Franco Caroli, e di un operatore del settore, il barman professionale Vanni Folloni per il primo laboratorio sulle bevande, che insieme guideranno i ragazzi nel laboratorio pratico del gusto, osservando le modalità di mescita e trasformazione delle bevande per conoscere e apprezzarne i risultati organolettici e nutrizionali.

Nello specifico si tratta di due incontri/laboratorio, entrambi presso il bar ristorante Chlorophille della Pomposa, che si svolgeranno in orario diurno 9-11 martedì 15 Novembre e giovedì 15 Dicembre.

Il primo incontro tratterà le Bevande alcoliche e non, e sarà guidato dal dottor Franco Caroli, medico omeopata ed esperto di educazione alimentare e da Vanni Folloni, barman professionale, che insieme daranno vita a un laboratorio pratico sulle principali bevande (coca-cola, redbull, succhi, caffè, the, alcolici e superalcolici, sopratutto le più cool e trandy tra i giovani, trattando tutti gli aspetti: nutrizionali, gustativi, organolettici, relazionali e assistendo anche alla preparazione delle stesse.

Il secondo incontro invece tratterà il cibo e vedrà all’opera lo chef Luca Marchini del ristorante l’Erba del re, che insieme al dottor Caroli illustrerà le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche degli ingredienti impiegati, preparerà e farà preparare ai ragazzi alcune preparazioni gastronomiche tipiche e salutari.

IL PROGETTO PRESENTATO ALLE SCUOLE

“Sappiamo cosa beviamo e cosa mangiamo?”

La presente azione intende soprattutto procedere ad affrontare il problema dell’educazione alimentare a partire dalla specificità di approccio della Federazione Italiana Pubblici Esercizi e dal suo ente di formazone Iscom Modena, ossia quella della Ristorazione e della possibilità di connettere Educazione alimentare ed Educazione al gusto.

La prospettiva peculiare proposta è quella di educare all’alimentazione, e quindi anche alla salute, attraverso l’educazione del gusto, utilizzando il recupero o la salvaguardia delle tradizioni alimentari come fattore di costruzione dell’identità del singolo e della comunità locale/regionale, sotto il profilo culturale come sotto quello dei comportamenti di consumo e alimentazione.

L’obiettivo pertanto è quello di avvicinare le persone a comportamenti alimentari più equilibrati attraverso non solo una chiave igienico-sanitaria, ma soprattutto tramite la valorizzazione di prodotti, gusti, stili alimentari di qualità e appaganti anche sotto il profilo soggettivo.

Centrale quindi nella proposta è l’idea di coinvolgere nelle azioni di educazione alimentare le imprese della ristorazione, finora identificate come portatrici dell’istanza del piacere dell’alimentazione, e che possono invece attraverso questo approccio veicolare anche la cultura di una alimentazione più equilibrata. Le imprese della ristorazione, o almeno una parte selezionate di queste, dispongono infatti di professionalità con saperi consolidati in merito non solo alla valorizzazione dei prodotti alimentari, ma anche in merito alle loro caratteristiche nutritive e alla loro valorizzazione attraverso tecniche di cucina appropriate.

Questi saperi possono essere valorizzati, al pari di quelli posseduti dai produttori e dai soggetti che curano la prima trasformazione dei prodotti agricoli e alimentari. Il progetto si muove quindi nell’ottica di ritenere che non solo l’agricoltura e la prima trasformazione alimentare devono essere messe al centro della educazione alimentare; in un ottica di filiera è fondamentale imparare anche a salvaguardare corretti criteri nutrizionali anche nell’attività di ultima trasformazione e preparazione dei cibi, imparando a gestire correttamente la cottura, la conservazione, gli abbinamenti. Inoltre, al pari dei produttori agricoli, i ristoratori possono fornire un contributo per la valorizzazione presso i consumatori finali di prodotti tipici e di qualità, attraverso i quali l’educazione alimentare può essere affrontata nella chiave del gusto, del piacere della tavola, della riscoperta di prodotti e tradizioni che sostanziano l’identità regionale emiliano-romagnola.

Il target principale dell’azione è costituito dalle scuole, e pertanto la proposta è quella di mettere in sinergia, per la prima volta in modo così organico, istituti scolastici e imprese della ristorazione. La sfida, ma anche la grande opportunità, è quella di dimostrare che i ristoranti –già identificati come luoghi in cui l’alimentazione è soprattutto piacere e socialità- sono luoghi in cui scoprire anche la storia degli alimenti, i loro valori culturali e nutrizionali, le regole e i segreti per la loro corretta gestione, allo scopo di trarne una alimentazione sana, corretta e equilibrata.

















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