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Salute: malattie reumatiche, 1 paziente su 2 rinuncia a sport e non dorme

(Adnkronos Salute) – Sport, buonumore e notti serene addio quando si è colpiti da una malattia reumatica: oltre il 50% dei pazienti ha infatti dovuto rinunciare a svolgere qualsiasi attività fisica, il 43% denuncia l’impossibilità di dormire o riposare adeguatamente, il 25% quella di vestirsi da soli, il 38% indica l’incapacità di eseguire attività domestiche e il 31% di avere cura delle necessità familiari. E’ quanto emerge dallo studio Rapsodia (La qualità di vita e i bisogni dei pazienti con artrite Reumatoide, Artrite Psoriasica e SpOnDIlite Anchilosante), i cui dati sono stati presentati oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa.Sono circa 400 mila gli italiani con artrite reumatoide e 700 mila quelli con artrite psoriasica o spondilite.

E per loro sono drammatiche anche le ricadute psicologiche: il 63% dei malati si sente avvilito per le inabilità acquisite, non riuscendo più a fare ciò che faceva prima della malattia, il 57% è costretto a convivere con stati di ansia e/o depressione, il 39% ha visto crescere il suo livello d’irritabilità, il 21% ha avuto problemi nella sua sfera sessuale. Se la malattia compromette bisogni essenziali, la stessa indagine ci dice che la grande chance di mantenere la propria normalità di vita è oggi affidata alle terapie biologiche: la quasi totalità dei pazienti (94%) ritiene che i farmaci biologici siano più efficaci di quelli convenzionali nel migliorare la qualità di vita e la capacità di eseguire le attività quotidiane.

Nello specifico, secondo i pazienti, la terapia biologica rallenta la progressione della malattia (97%), limita l’avanzamento delle deformità articolari (96%), assicura sollievo di lunga durata (95%), provoca meno ricadute (93%), riduce il dolore e il gonfiore (91%). Inoltre, il numero dei pazienti con artrite reumatoide che riesce ad avere più di 15 ‘giorni buoni’, cioè quelli, nell’arco di un mese, nei quali i pazienti possono alzarsi senza avvertire dolore, dopo le terapie biologiche passa da 16 (7%) a 145 (66%) a fronte di un aumento solo da 12 (11%) a 38 (41%) registrato nel numero dei pazienti in terapia convenzionale. Nella spondilite anchilosante il beneficio dei biologici è ancora maggiore: il 78% dei pazienti dichiara di avere più di 15 ‘giorni buoni’ grazie alla terapia, a fronte del solo 26,8% nei pazienti in trattamento con farmaci convenzionali.

Le terapie biologiche hanno quindi cambiato la storia delle malattie reumatiche, assicurando livelli elevati di efficacia e sicurezza. Ma anche nell’ambito delle terapie biologiche permangono aree di insoddisfazione, legate per lo più alle modalità di somministrazione. A queste richieste danno risposta i biologici di ultima generazione come l’anticorpo monoclonale umano golimumab, che permette ai pazienti di superare il fastidio dell’iniezione, grazie alla possibilità della somministrazione sottocutanea lo stesso giorno di ogni mese. La terapia con golimumab è ulteriormente semplificata grazie all’utilizzo di un iniettore predosato, appositamente ideato per pazienti reumatologici affetti da compromissione articolare, frequente in caso di artrite reumatoide e artrite psoriasica.

















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